Oggi 2 aprile sono 54 anni di vita, alcuni amici maliziosi mi dicono che sono 60 meno 6! In fondo stiamo solo dando i numeri, ma non vi dirò che non sento la mia età. Li sento tutti questi 54, sono una persona sensibile e senziente! È tempo di bilanci e di bilance (devo assolutamente dimagrire).

Come ho speso questo tempo? Non mi posso lamentare in tutta sincerità, sono riuscito a scansare il giogo del lavoro quotidiano, ho vissuto liberamente, dopo la laurea in filosofia mi sono dato anima e corpo alla produzione di cortometraggi, ho raccontato la mia vita attraverso le persone che ho incontrato sul mio cammino, ho fatto qualche documentario di impegno civile e ambientale, sono diventato uno dei più raffinati videoritrattisti viventi (con la benedizione del mio amico Silvano Agosti), ho fatto video monologhi dove mi sono aperto senza pudori e senza ipocrisie, ho fatto tanti dialoghi filosofici sul divano di casa con l’amico Marietto, grazie a questa attività che ho messo su Internet nel mio canale YouTube, ho conosciuto persone splendide che hanno voluto conoscermi di persona, una è diventata anche la mia donna, è venuta proprio a bussare alla porta di casa mia con questa frase “Mi piaci perché sei un uomo che racconta non solo quello che pensa ma anche quello che prova“.

Si è innamorata del mio lato femminile, del mio non tenere nascoste le fragilità del mio carattere. Non ho vinto il festival di Cannes, di Venezia o di Berlino, ma ho vinto Ethel, e non è poco, e soprattutto mi sento sul mio sentiero, sposato alla mia vocazione di raccontare una vita: la mia.

In fondo è da tanti anni che sto girando una specie di colossal a puntate. La vita di ognuno di noi è degna di essere raccontata e io l’ho fatto. Anche questo non è poco. Non è però un cinema ombelicale, perché ho raccontato tanti altri ombelichi, ma sempre dal mio punto di vista, e non si poteva fare altrimenti. Non ho fatto i soldi, anzi, praticamente (a parte alcuni premi vinti nei festival) non ho mai guadagnato nulla con la mia attività, ma anche questo, se ci pensate bene, non è un male. Il demone del denaro non si è mai mescolato alla mia ispirazione, anche questa è una forma di libertà. Sono il regista meno commerciale del panorama artistico italiano. C’è da esserne fieri, agisco solo per amore e mai per denaro.

Ho anche da 9 anni (come passa il tempo!) questo videoblog sul Fatto Quotidiano online, un piccolo spazio pubblico che uso per fare conoscere la mia opera e per suscitare reazioni e polemiche, sempre usando l’ironia, e ho potuto notare che l’ironia non sempre viene colta! Non solo, ho notato che molte persone leggono a malapena il titolo dei miei pezzi e si lanciano in commenti spericolati solo per dire la propria, c’è proprio questa ansia di dire la propria, questa libidine, ed è per questo che il senso delle mie parole spesso e volentieri viene travisato.

Per fortuna io sono fatto di una pasta diversa, se commento qualcuno, leggo attentamente ciò che viene scritto e poi vado a informarmi sull’autore del pezzo. Cerco di non essere superficiale. Gli haters ci sono e guai a non averne, ma per odiare qualcuno ci vuole stile, eleganza e intelligenza. Per odiare bisogna conoscere, approfondire. L’odio è una cosa seria, invece ci rimango malissimo quando scopro di avere “odiatori” superficiali che non conoscono niente del sottoscritto, ma così va il mondo di oggi, la fretta uccide e rende i gattini ciechi. C’è tanta cecità felina in giro. Poco male, a me basta non essere così, mi basta essere me stesso.

Sento di avere un volto, il mio, e anche questo non è poco, quante persone vivono indossando una maschera imposta dagli altri? Io non mi sono mai fatto mettere una maschera addosso, per questo oso dire di essere una persona felice. Non mi cambierei con nessuno e non vorrei mai cambiare gli altri, a me piace che ognuno sia unico, irripetibile, insolito, eccezionale e straordinario, come me. Questa vita è l’unica occasione che abbiamo per essere noi stessi e io sento di non averla sprecata. Anche questo non è poco.

Sono stato anche fortunato, lo ammetto, per essere felici ci vuole coraggio e fortuna, come a poker. A poker però ho sempre perso perché non riesco a bluffare. Sono quello che sono, senza infingimenti e senza trucchi. Devo dire grazie a mia madre e a mio padre, a mio fratello e a tutte le persone che mi hanno donato un parte della loro vita. Io ho fatto quello che ho potuto, avrei potuto fare molto di più, non c’è dubbio, ma ho seguito la mia natura, e grazie a me ci sono tanti cortometraggi in rete dove i più curiosi e attenti possono trovare pane per i loro denti, l’unica condizione è questa: bisogna amare la poesia, che significa semplicemente non essere superficiali e mettersi in ascolto degli altri, senza pregiudizi e senza giudizi.

Che dire? Continuo così, tutto sommato. Vengano i 55, poi i 56 e i 57, fino ai 60, e oltre, venga pure la polvere… se vivi senza tradire la vita, puoi anche morire in pace, questa maledetta, maledettissima pace che prima o poi ricoprirà ogni cosa: volti, stelle e sogni.

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