“Mio padre era una persona piuttosto timida e lo dimostra il fatto che ha seguito una famiglia complessa come la nostra — mia madre, mio fratello e me — con grande umiltà e capacità di ascolto. Ecco: mi ha insegnato ad ascoltare gli altri”: così Elisabetta Sgarbi al Corriere della Sera. Editrice de La Nave di Teseo, Sgarbi parla delle parole e delle persone (“trattare le parole come persone significa usarle con amore”). La mamma che “l’ha costretta a superare l’insicurezza” e il fratello Vittorio: “È stato precoce per intelligenza e voracità nella lettura. Mi precede ed è stato un confronto costante che mi ha messo alla prova”. Incontri, vita, libri. Un ricordo di Umberto Eco, fondatore de La Nave di Teseo: “Lo rivedo quando andiamo tutti e quattro nello studio notarile di Piergaetano Marchetti e con un entusiasmo da ragazzino mi ascolta raccontare il piano editoriale di una ipotetica casa editrice che avrebbe dovuto sottrarsi a ogni logica di grande concentrazione editoriale”. E allora, i bestseller della casa editrice: “In assoluto, con il suo catalogo, Paulo Coelho. Poi Joël Dicker, che ha venduto un milione di copie. Tra gli italiani, Sandro Veronesi: il Colibrì ha superato le 300 mila”. Poi, la vita personale con le quattro ore di sonno per notte e il pensiero sul dispiacere di non avere avuto figli: “Ma anche questo fa parte del mio tuffarmi con serietà ed estremismo nelle cose. Pensavo che non sarei riuscita a dividermi tra lavoro e famiglia. Così ho fatto la scelta di non avere figli. Ma penso sia stato un errore
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