Un messaggio appassionato, quasi una lettera d’amore. È quello scritto nel 2019 da Ninfa Lorena Lanceri e indirizzato a Messina Denaro. La donna è stata arrestata insieme al marito, Emanuele Bonafede, con l’accusa di favoreggiamento e procurata inosservanza della pena. Secondo le indagini dei carabinieri del Ros, coordinati dalla procura di Palermo, la coppia ha ospitato l’ultima primula rossa di Cosa nostra “in via continuativa e per numerosi giorni”, nella sua casa di Campobello di Mazara, consentendo al boss di “mantenere quella apparenza di vita normale che ha senza dubbio costituito uno dei pilastri della pluridecennale capacità di Messina Denato di nascondersi e mimetizzarsi pur rimanendo attivo sul proprio territorio”.

La lettera di passione – Dalle indagini, però, emerge anche un rapporto particolare tra Lorena Lanceri e Messina Denaro. La donna, per comunicare con il boss, usava uno pseduonimo: Diletta. “Il bello nella mia vita è stato quello di incontrarti, come se il destino decidesse di farsi perdonare facendomi un regalo in grande stile. Quel regalo sei tu”, si legge nel biglietto, firmato Diletta e indirizzato al boss di Castelvetrano. Il pizzino è stato trovato a casa della sorella del boss Rosalia Messina Denaro, arrestata nei giorni scorsi. “Penso che qualsiasi donna nell’averti accanto si senta speciale ma soprattutto tu riesci a far diventare il nulla gli altri uomini. – prosegue la lettera – Con te mi sento protetta, mi fai stare bene, mi fai sorridere con le tue battute e adoro la tua ironia e la tua immensa conoscenza e intelligenza. Certo hai anche tanti difetti, la tua ostinata precisione …. ma chi ti ama, ama anche il tuo essere così. Lo sai, ti voglio bene e come dico sempre un bene che viene da dentro. Spero che la vita ti regali un pò di serenità e io farò di tutto per aiutarti”. Il biglietto si concludeva così: “Sei un grande anche se non fossi MMD. Tua Diletta”. Secondo gli investigatori quelle parole “non lasciano alcun dubbio in merito al fatto che Diletta fosse a conoscenza della reale identità del destinatario del messaggio”.

Le chat vocali – Gli investigatori sono risaliti all’identità di Diletta partendo dalla testimonianza di una delle pazienti con cui Messina Denaro faceva la chemioterapia alla clinica La Maddalena di Palermo. Sentita il 18 gennaio dai carabinieri, la testimone racconta che Messina Denaro, da lei conosciuto come Andrea Bonafede, le aveva detto di avere una storia con una ragazza di nome Diletta. Il mafioso aveva anche fatto parlare le due donne tramite messaggio vocale. “Ah c’è Diletta che ha il Covid gliel’ho passato io si sta curando stiamo qua a casa assieme e Diletta ti saluta anzi ora te la passo per messaggio”, dice il falso Andrea Bonafede all’amica che si curava con lui. Segue l’audio della fantomatica Diletta inviato sempre alla paziente: “Io qua con la creatura (si riferisce al boss) quello che mi sta facendo passare non solo mi ha trasmesso il Covid però alla fine per lo meno mi fa ridere perché è simpatico”. Durante la registrazione dei vocali (inviati tutti dal telefono di Messina Denaro), però il cellulare di Diletta riceve una chiamata. Nelle conversazioni, poi ascoltata dagli investigatori, si sente lo squillo e la donna rispondere. L’analisi delle celle telefoniche svela ai militari l’identità di Diletta. Nell’istante in cui le chat vocali vengono registrate e il cellulare della donna che è col boss riceve la chiamata, i telefonini di Messina Denaro e della Lanceri agganciano le stesse celle. I due, evidentemente, sono insieme. E dunque Diletta è la Lanceri.

La donna chiamava il boss “la creatura” – In un’altra nota audio la donna racconta che Bonafede/Messina Denaro “mi sta facendo giocare un sacco di soldi con ste scommesse e quello mio figlio che si vuole vendere la casa a Palermo e lui lo istiga lo istiga in continuaziome”. E in un altro audio ancora spiega perché lo chiama ‘creatura’: “Qua chi lo conosce, lo chiama la creatura perché è così delicatino, finto delicatino perché non lo è per niente ricordati quindi io per questo lo chiamo a creatura in questo senso”. Tra i pizzini trovati in casa di Rosalia Messina Denaro, tra l’altro, se ne trova anche uno in cui il boss parla della sua malattia e di Diletta: “Diletta piange continuamente e non so come fare, mi vede spegnere giorno dopo giorno”, scrive il 10 maggio del 2022, quando la sua malattia si era aggravata. Il 26 settembre del 2021, invece, riferendosi all’operazione subita il 4 maggio dello stesso anno, il boss raccontava alla
sorella le difficoltà con cui era riuscito a portare a termine l’impegno del “18 maggio”: “Ero tutto bagnato dal sudore, Diletta che lavò i miei indumenti li torceva ed uscivano gocce di acqua, era senza parole”.

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