Il Tribunale Militare di Roma ha condannato a 30 anni Walter Biot, l’ufficiale di Marina accusato di spionaggio per avere ceduto notizie e atti segreti ad un funzionario dell’Ambasciata russo in Italia in cambio di denaro. I giudici hanno riconosciuto le attenuanti generiche. La procura militare aveva chiesto per il capitano di fregata l’ergastolo. Secondo il pm, “ha fatto commercio di documenti segreti” e ha dimostrato “elevato grado di infedeltà e la capacità criminale, ma anche il triste tornaconto venale“. E “l’astuzia con la quale voleva dissimulare la sua azione”. Quella del 30 marzo del 2021, ha aggiunto il rappresentante dell’accusa, “è stata solo quella scoperta, ma possono essercene state altre“.

Nel corso della requisitoria il pm ha ricostruito la vicenda e ricordato anche le immagini di due telecamere nell’ufficio di Biot, dalle quali si vede l’ufficiale alla sua scrivania prendere una scatoletta da cui estrae un cellulare, inserire una scheda Sd e fotografare lo schermo del pc e documenti cartacei. Infine Biot inserisce la scheda in una scatola di medicine, nascosta nel ‘bugiardino’ e mette tutto nel suo zaino. “Tra i 19 documenti fotografati da Biot ce ne erano alcuni Nato secret, riservatissimi, e uno Top secret“, ha ricordato il procuratore. Secondo quanto riferito da testimoni nel corso del dibattimento, come ricordato dall’accusa in aula, i documenti in questione riguardavano alcuni la lotta all’Isis mentre altri mostravano debolezze e criticità dell’Alleanza Nato, specie dal punto di vista navale e marittimo. ‘Falle’ che sarebbero poi emerse proprio durante la crisi in Ucraina e l’invasione russa.

Biot nei giorni successivi viene pedinato 24 ore su 24 e il 30 marzo 2021 viene arrestato dai carabinieri del Ros nel parcheggio di in un centro commerciale, subito dopo aver incontrato un funzionario russo. “Biot ha fatto commercio di atti segreti ed è stato colto in flagranza”, ha sottolineato il sostituto procuratore militare. La procura militare, guidata da Antonio Sabino, contesta a Biot le accuse di rivelazione di segreti militari a scopo di spionaggio, procacciamento di notizie segrete a scopo di spionaggio, esecuzione di fotografie a scopo di spionaggio, procacciamento e rivelazione di notizie di carattere riservato e comunicazioni all’estero di notizie non segrete né riservate. Nel procedimento sono parti civili la presidenza del Consiglio dei Ministri e il ministro della Difesa. In apertura di udienza il tribunale militare ha rigettato la richiesta dell’avvocatura dello Stato di procedere a porte chiuse.

Nei confronti del capitano di fregata procede anche la procura di Roma che, nell’inchiesta della pm Gianfederica Dito coordinata dal procuratore aggiunto Michele Prestipino, contesta le accuse di spionaggio, rivelazione di segreto di Stato e corruzione. Biot per queste accuse è sotto processo davanti alla Corte di Assise di Roma.

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