Roberto Baldoni, direttore dell’Agenzia per cybersicurezza fin dal momento della sua costituzione, nell’agosto 2021, si è dimesso dall’incarico. Nominato dal governo Draghi il direttore non sembra aver trovato una sintonia con l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni. Una mancanza di fiducia da parte del nuovo governo avvertita da Baldoni potrebbe averne determinato il passo indietro. Probabilmente non ha aiutato l’eccesso di allarmismo dello scorso 6 febbraio. Come ricostruito da Il Fatto Quotidiano, un attacco informatico non particolarmente anomalo per dimensioni e intensità è stato letto dall’Agenzia come un’incursione in grande stile meritevole dell’attivazione di tutte le misure di sicurezza, al punto che nella stessa giornata fu convocata una vertice di emergenza del governo. Non solo, su input dell’Agenzia italiana sono stati messi in allerta rossa diversi paesi stranieri per una minaccia rivelatasi poi appunto molto meno grave di quanto temuto.

Più significativa è stata invece l’azione svolta dal gruppo hacker filorussi Noname lo scorso febbraio che ha bloccato i siti di diverse imprese e siti istituzionali tra cui Tim, A2a, Bper e Carabinieri. L’azione è stata subito rivendicata e presentata come ritorsione per la visita di Giorgia Meloni a Kiev. E oggi gli hacker esultano. “La nostra serie di attacchi all’infrastruttura internet italiana può essere giustamente considerata riuscita: a seguito di ciò, è stato infatti rimosso dal suo incarico il capo dell’Agenzia nazionale per la sicurezza informatica italiana” scrive però sul suo canale Telegram il gruppo di hacker filorussi. Noname ha postato sul suo canale una foto del direttore dell’Agenzia per la cybersicurezza insieme a quella di un orso (simbolo della Russia, ndr). “Vediamo – prosegue il messaggio ironico – come il nuovo capo di questo ufficio italiano se la caverà con le minacce informatiche provenienti dal team di NoName057”.

Ora si punterà a dare al più presto una nuova guida all’Agenzia. Tra i compiti dell’organismo il supporto ai soggetti pubblici e privati nazionali, che erogano servizi essenziali, nella prevenzione e mitigazione degli incidenti, nonché ai fini del ripristino dei sistemi, nonché la promozione di campagne di sensibilizzazione e diffusione della cultura della sicurezza informatica. Baldoni è professore di Informatica all’università La Sapienza di Roma dove ha fondato nel 2011 e diretto fino al 2017 il primo centro di ricerca in Italia su “Cyber Intelligence e Sicurezza Informatica”. Nel 2014 ha fondato e diretto fino al 2017 il Laboratorio nazionale di cybersecurity d’Italia. Il governo punta ora a sostituire in tempi brevi il professore per dare una nuova guida all’Agenzia, che ha in Nunzia Ciardi il vicedirettore. Il Copasir, a quanto si apprende, sentirà l’Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica, Alfredo Mantovano. L’audizione potrebbe svolgersi già domani. Mantovano riferirà al Comitato sulla vicenda, che il Governo confida di chiudere celermente con l’indicazione del successore di Baldoni.

Il Pnrr ha stanziato 623 milioni di euro al settore, mentre sarà riservata all’implementazione della Strategia nazionale di cybersicurezza una quota pari all’1,2% degli investimenti nazionali lordi su base annuale. Toccherà al successore di Baldoni gestire questi ingenti risorse, secondo le indicazioni che arriveranno dal Governo di centrodestra col quale evidentemente Baldoni non era più in sintonia.

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