Dopo il risicato 64% di votanti alle politiche del settembre scorso – la percentuale più bassa nella storia delle votazioni per il rinnovo del Parlamento italiano – le elezioni regionali in Lazio e Lombardia del 12 e 13 febbraio ci consegnano un ennesimo tonfo della partecipazione: in Lombardia ha votato il 41,8% degli aventi diritto e in Lazio il 37,12%.

Di fronte a questa crescente disaffezione al voto, politica e istituzioni non possono sottrarsi alla necessità di analizzarne le ragioni, per porre in campo rimedi e strumenti a sostegno della cittadinanza attiva. Per questa ragione, in Regione Emilia-Romagna ho lanciato la proposta di organizzare un’Assemblea dei cittadini, anagraficamente rappresentativa dei residenti emiliano-romagnoli sul tema dei cambiamenti climatici e delle misure da prendere, a livello individuale e collettivo, per contrastarli.

Un’altra strada da battere è prestare grande attenzione ai giovani – gli elettori e le elettrici di domani – aprirsi al loro ascolto, assumere il loro punto di vista sulle cose da fare oggi. Servirebbe sia a limitare la distanza e la sempre più forte sfiducia dei cittadini verso le istituzioni, sia a dare valore ai messaggi e alle richieste che i ragazzi ci stanno lanciando. Penso ai Fridays for Future rispetto all’emergenza climatica, che vedono compromettere il loro futuro sul pianeta e agli appelli a favore della dignità del lavoro culminati con le proteste contro il programma Scuola-Lavoro che in troppi casi li ha trasformati in manodopera a costo zero, con zero opportunità di reale formazione, fino al verificarsi di incidenti mortali proprio per inesperienza e mancato addestramento adeguato.

Nella prospettiva di valorizzare i giovani, nei giorni scorsi l’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna ha approvato una mia risoluzione che impegna la Giunta e l’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna a promuovere misure che vadano nella direzione delle proposte in tema di sostenibilità ambientale avanzate dall’Assemblea dei ragazzi e delle ragazze della Regione Emilia-Romagna, un organo consultivo a supporto del garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, composta da 50 giovani tra i 9 e i 18 anni. Nel novembre scorso, insieme ad altri colleghi e colleghe, li avevo incontrati nell’Aula assembleare e avevo dialogato con loro sulle proposte che avevano elaborato sull’ambiente, il primo tema da loro scelto; a conferma della grande sensibilità dei più giovani per la tutela della natura e dell’ambiente su cui poggia la nostra possibilità stessa di vita.

Spiegando le ragioni del loro impegno nell’Assemblea, Pietro (17 anni) ha affermato: “Mi sono voluto impegnare in questa iniziativa perché sono stanco di essere rappresentato da qualcuno che si è dimenticato come si fa a sognare, ma soprattutto sono stanco di sentirmi dire che le cose sono sempre andate così e che non sarò io a cambiarle. Forse hanno ragione, ma almeno potrò dire di averci provato”; mentre Carolina (14 anni) ha detto: “Io ho deciso di partecipare all’Assemblea perché secondo me al giorno d’oggi è importante che anche i ragazzi abbiano la possibilità di esprimere la loro opinione, perché molto spesso è diversa da quella degli adulti”.

Con competenza e pragmatismo i “giovani legislatori” si sono impegnati per trovare soluzioni fattibili – piccoli passi di sostenibilità quotidiana – da proporre per le nostre città. Le proposte vertono su mobilità sostenibile, fonti energetiche rinnovabili e riqualificazione ambientale, raccolta differenziata dei rifiuti ed educazione ambientale. In particolare sollecitano l’installazione di impianti fotovoltaici sugli edifici scolastici; l’attivazione di azioni contro lo spreco dell’acqua come, ad esempio, la distribuzione di borracce; la promozione della raccolta differenziata installando più contenitori e la piantumazione di alberi nei cortili delle scuole per aumentare la sensibilità ambientale.

In materia di mobilità casa-scuola propongono di incentivare l’acquisto di biciclette; la realizzazione di percorsi pedonali e ciclabili più accessibili e sicuri; l’attivazione di progetti di bicibus e piedibus; l’utilizzo di scuolabus elettrici per chi abita lontano dalla scuola. Infine sollecitano la riduzione degli allevamenti intensivi anche per migliorare il benessere animale; l’uso di prodotti refill per ridurre plastica e imballaggi; la creazione di tracciati e giardini ricchi di piante che richiamino gli impollinatori (le cosiddette “autostrade per le api)” e “gare ecologiche” tra scuole che mettano in palio premi per le vincitrici.

Ora sta a noi legislatori adulti, alla Giunta regionale e ai Comuni realizzare queste proposte. Se vogliamo ristabilire la connessione con i cittadini, non trascuriamo l’ascolto dei più giovani. Un modo concreto di seminare fiducia e interesse alla partecipazione attiva alla vita delle istituzioni.

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