Mentre gran parte del mondo ha gli occhi rivolti all’Ucraina e al devastante conflitto scatenato dalla Federazione Russa, un altro fronte preoccupa le cancellerie di tutto il mondo. Un fronte che se dovesse prendere fuoco potrebbe portare a conseguenze anche più tragiche di quelle del conflitto attuale: Taiwan. Secondo una elaborata simulazione di uno dei più importanti think thank di Washington, il Center for Strategic and International Studies (CSIS), un eventuale tentativo di invasione di Taiwan da parte di Pechino porterebbe ad una sconfitta della Cina continentale, ma con costi per la piccola democrazia insulare e i suoi alleati enormi. “Nella maggior parte degli scenari – si legge in un report del CSIS – gli Stati Uniti/Taiwan/Giappone riescono a sconfiggere un’invasione anfibia convenzionale da parte della Cina e a mantenere Taiwan autonoma. Tuttavia, questa difesa porta ad un costo elevato. Gli Stati Uniti e i suoi alleati potrebbero perdere dozzine di navi, centinaia di aerei e decine di migliaia di militari. Taiwan vedrebbe la sua economia devastata. Inoltre, le perdite elevate danneggerebbero la posizione globale degli Stati Uniti per molti anni. Per la Cina, la mancata occupazione di Taiwan potrebbe destabilizzare il governo del Partito Comunista Cinese.”

Per anni lo stretto di Formosa che separa Taiwan dalla Cina comunista è stata una linea di faglia della geopolitica, attraversata da ripetuti picchi di tensione. E allo stato, uno dei ripetuti obiettivi del governo di Pechino resta la riunificazione, per la quale il presidente cinese Xi Jinping ritiene possibile e legittimo l’utilizzo delle forze armate. Dal canto loro gli Stati Uniti hanno confermato la loro intenzione di sostenere la libertà e l’indipendenza di Taiwan. Da qui la necessità di comprendere appieno quali potrebbero essere gli scenari effettivi di un conflitto aperto, utilizzando tutte le potenzialità delle cosiddette “war-game simulations” che combinano differenti tipi di analisi dei dati per cercare di predire cosà accadrebbe sul campo e quali sarebbero le decisioni degli attori coinvolti.

“Non esiste un war-game declassificato che analizzi un potenziale conflitto USA-Cina”, ha affermato Mark Cancian, uno dei tre leader del progetto e consulente senior presso il Center for Strategic and International Studies, secondo quanto riportato dalla CNN. “Dei war-game non classificati, di solito vengono testati solo una o due volte.” Il CSIS ha eseguito questo war-game 24 volte per rispondere a due domande fondamentali: l’invasione di Taiwan avrebbe successo? E a quale costo? Nella maggior parte degli scenari, la Marina degli Stati Uniti ha perso addirittura due portaerei negli scontri. Circa 3.200 soldati statunitensi potrebbero morire in tre settimane di combattimento, quasi la metà di ciò che gli Stati Uniti hanno perso in due decenni di combattimenti in Iraq e Afghanistan.

“Anche la Cina soffrirebbe pesantemente – secondo il report del CSIS – La sua marina sarebbe allo sfascio, il nucleo delle sue forze anfibie distrutto e decine di migliaia di soldati potrebbero ritrovarsi prigionieri di guerra”. Il report stima che la Cina possa ritrovarsi con circa 10.000 soldati uccisi 155 aerei da combattimento e 138 navi principali perduti. L’economia di Taiwan sull’altro lato sarebbe quasi al collasso senza elettricità e servizi di base. È probabile che il Giappone perda più di 100 aerei da combattimento e 26 navi da guerra, mentre le basi militari statunitensi sul suo territorio nazionale rischierebbero un attacco cinese. Questi scenari apocalittici, tuttavia, sono tutt’altro che una certezza per fortuna. Il CSIS ha affermato di non volere che il suo lavoro sia interpretato nel senso che una guerra per Taiwan “sia inevitabile o addirittura probabile”. La leadership cinese potrebbe, infatti, adottare una strategia di isolamento diplomatico, pressioni di varia natura tra cui la coercizione economica, secondo il CSIS, per cercare di rendere realtà le proprie mire su Taiwan.

Gianmarco Pondrano Altavilla

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