Se finora gli Stati Uniti avevano chiesto a Zelesnky di non colpire con armi americane le basi russe in Crimea per evitare un’escalation del conflitto, ora l’amministrazione Biden imbocca un’altra strada. A rivelarlo è il New York Times, secondo cui la strategia di Washington riguardo la penisola del Mar Nero sta cambiando. Pur riconoscendola come territorio ucraino, pensano infatti che non tornerà nelle mani di Kiev. Ma un’aggressione sul territorio potrebbe minare la convinzione di Mosca di controllarla, e rafforzare così il peso di Kiev nelle future trattative con Putin.

Citando alcune fonti anonime della Casa Bianca, il NYT scrive che l’amministrazione di Joe Biden è pronta a dare il via libera al presidente Zelensky sull’offensiva in Crimea. Inoltre, tra i funzionari di Stato, i timori che il Cremlino reagisca usando un’arma nucleare tattica si sono attenuati, sebbene, hanno specificato le fonti, il rischio dell’escalation permanga. Si tratterebbe, in ogni caso, di uno dei passi più audaci dell’amministrazione Biden: Putin ha legato a doppio filo l’immagine di gloria del suo Paese alla riconquista della penisola nel 2014 e vederla minacciata potrebbe provocare delle dure reazioni da parte di Mosca. Inoltre, anche i cittadini russi considerano questo territorio come parte integrante della Federazione. Attaccarlo potrebbe consolidare il sostegno interno della popolazione a Putin e alla guerra.

La Crimea, terra che divide il Mar Nero dal Mar d’Azov, è una zona di alta importanza strategica per entrambi gli schieramenti. Al momento ospita decine di migliaia di truppe e numerose basi militari russe. “Senza la Crimea, crolla tutto”, ha spiegato al NWT Evelyn Farkas, responsabile del dossier Ucraina durante la presidenza Obama.

“Durante la guerra abbiamo affermato che la Crimea fa parte dell’Ucraina e che l’Ucraina ha il diritto di difendere se stessa e il proprio territorio sovrano entro i propri confini riconosciuti a livello internazionale”, ha affermato Adrienne Watson, portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale, confermando, di fatto, quanto confidato dai funzionari di stato al NYT. Tuttavia, specificano le fonti del quotidiano, per il momento il presidente Biden non è pronto a fornire all’Ucraina i sistemi missilistici a lungo raggio di cui Kiev avrebbe bisogno per attaccare le installazioni russe nella penisola.

Il nuovo pacchetto di armi promesso da Washington a Zelensky, uno dei più consistenti dall’inizio della guerra, prevedrà, però, i Bradley: veicoli corazzati equipaggiati con potenti cannoni da 25 millimetri e missili guidati, molto efficaci contro i carri armati russi. Questi mezzi potranno diventare l’avanguardia di una forza corazzata che l’Ucraina potrebbe impiegare in una controffensiva questa primavera, cercando di avvicinarsi anche alla Crimea. “L’Ucraina potrebbe usare i Bradley per spostare le forze lungo le strade principali, come la M14, che collega Kherson, Melitopol e Mariupol”, ha aggiunto Seth G. Jones, vicepresidente del Center for Strategic and International Studies. “Qualsiasi fanteria ucraina che avanza attraverso queste aree dovrebbe affrontare un fuoco significativo dalle posizioni russe. I Bradley offrono potenza di fuoco utile e protezione per le truppe“.

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