Mentre il partito è crollato nei sondaggi ai minimi storici, toccando quota 14%, in casa dem, al Nazareno, è scontro aperto sulle regole del Congresso. Tanto che la direzione nazionale è stata rinviata due volte, l’ultima in serata alle 19. Il nodo resta quello del voto online, sul quale spingono Elly Schlein e i suoi sostenitori, mentre restano contrari Stefano Bonaccini e Paola De Micheli.
Alla fine non sono bastate ore di trattative e contatti tra gli sherpa dei vari candidati, un punto di mediazione non è stato ancora trovato. Si potrebbe raggiungere consentendo il voto via web alle primarie agli elettori che abitino in zone dove è difficile che vengano costituiti dei seggi, come le aree interne o i centri montani, alle persone impossibilitate ad andare ai gazebo per motivi di salute e per chi possa provare altri motivi di impedimento al voto “in presenza”. Ma sarà decisiva la Direzione slittata in serata, per evitare una nuova lacerazione, proprio mentre il partito rischia di sparire, con i sondaggi a picco.
Di fronte all’insistenza di Schlein e della sua area, dal comitato Bonaccini avevano avvertito: “Le regole del Congresso sono già state cambiate per consentire a chi non era del Pd (cioè a Schlein, ndr) di partecipare. La sola ipotesi che si possa spaccare il partito per cambiarle ancora a congresso in corso sarebbe sciagurata”. Si accoda anche De Micheli: “Sono contraria al voto online e resto contraria. Stasera se ci sarà da votare, voterò contro. Introdurlo a quaranta giorni dal voto vuol dire cambiare la natura del Pd se si vuole cambiare la natura del Pd si fa dopo il congresso, facendo votare e dibattendo con i nostri iscritti. Confrontarsi e votare è sano. Noi siamo il Pd, noi votiamo”, ha spiegato.
Mentre Schlein resta in silenzio, rinviando i commenti al termine della Direzione, tra le sue sostenitrici c’è chi, come Laura Boldrini, spiega: “Le regole sono già state cambiate altre volte, non sono contro qualcuno, ma per favorire la partecipazione”. E pure Marco Furfaro spiega: “I sondaggi dicono che il Pd è a picco? Gli elettori e gli iscritti non ci capiscono? Al momento sono negativi, ma non c’è alcun rischio di scissione, né di scomparsa del Pd”. Chi avverte il pericolo che la discussione sulle regole possa finire per far perdere ancora di più voti e consensi è Matteo Ricci: “La discussione è ai limiti del ridicolo, si chiuda al più presto e si facciano le primarie. È un dibattito assurdo che non interessa a nessuno e che ha stancato anche i militanti più affezionati. Il rinvio della direzione è sbagliato, è un brutto segnale. Si chiuda davvero perché non se ne può più”.
Articolo Precedente

Armi all’Ucraina, Gasparri avverte la sua maggioranza: “C’è un problema di scorte. Italia sia protagonista di una speranza di pace”

next
Articolo Successivo

Intercettazioni, Nordio insiste: “Costi esorbitanti che sfuggono a ogni forma di controllo. Serve fissare un budget annuale per gli uffici giudiziari”

next