“Non so chi fosse. Un signore in auto allo scattare del semaforo mentre io invece aspettavo il verde per attraversare la strada, si è sentito in obbligo di gridarmi con malcelata veemenza: “Portateli a casa tua i migranti!“. E, girato l’angolo, si è dileguato”, inizia così il racconto di Fabio Fazio: “Era un po’ che non succedeva. ‘Portateli a casa tua‘ è complementare al più abusato ‘aiutiamoli a casa loro‘ che ormai è diventato quasi un luogo comune”, ha aggiunto il conduttore di “Che tempo che fa“. Episodio svelato al settimanale “Oggi“, dove cura una rubrica fissa, nel numero in edicola a inizio dicembre: “A ben vedere le due locuzioni sono legate. Aiutiamoli a casa loro ma se proprio non ci riusciamo, portateli a casa tua. Peraltro l’aiuto a casa loro al momento e da molti anni continua ad essere esclusivamente il finanziamento alla cosiddetta Guardia costiera libica. Facciamo però una considerazione positiva: è apprezzabile che il signore in auto li abbia definiti migranti e non ‘carico residuo’. Di questi tempi non è cosa da poco”.

Fazio si concede poi una breve riflessione: “Vorrei dire a quel signore che chiameremo con un nome di fantasia… Gianpirla, che la mia casa così come la sua è assolutamente la stessa. È l’Italia. Gianpirla si deve rassegnare: siamo vicini di casa. I cittadini possono giustamente definire ‘casa’ il proprio Paese e devono sentirsi legittimamente nella posizione di poterne disporre sentendola propria. La casa è il luogo nel quale custodiamo i nostri principi morali, in cui cresciamo, in cui costruiamo felicità e armonia”.

La casa è un luogo aperto all’esterno e al mondo. Una casa senza porte e senza finestre sarebbe una prigione. Considerare l’immigrazione un fatto privato da risolvere all’interno del proprio appartamento o, per meglio dire, da tenere fuori dal proprio appartamento, è semplicemente senza senso e senza buonsenso. Come era prevedibile – continua Fazio- di fronte a problemi contingenti di difficile soluzione, si cercano argomenti identitari attorno ai quali raccogliere consenso. Non importa a quale prezzo, con quali mezzi e con quale linguaggio.I barconi della disperazione sono stati definiti nei giorni scorsi da Salvini nientemeno che ‘viaggi organizzati'”.

Il volto di Rai3 ricorda i dati, nel 2021 secondo l’Unhcr sono morte o scomparse nel Mediterraneo quasi 3 mila persone nel tentativo di raggiungere l’Europa, più di 21mila tra il 2015 e il 2017: “Caro Gianpirla, sarei stato orgoglioso di poterli ospitare tutti a casa mia che poi, te lo dico ancora una volta, è anche la tua“, ha concluso Fazio.

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