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Così le flatulenze possono avere un ruolo centrale per la nostra salute: “L’odore dei peti può avere inaspettati effetti benefici”

Come riporta un articolo di Sanità Informazione, uno studio dell’Università di Exeter, pubblicato sulla rivista Medicinal Chemistry Communicationsm, ha concluso che l’odore dei peti può avere inaspettati effetti benefici per la salute e potrebbe aiutare addirittura a prevenire il cancro, l’ictus, l’infarto e la demenza

di 30science per Il Fatto

Saranno pure “politicamente scorrette” o anche semplicemente disgustose, ma le scorregge potrebbero avere un ruolo centrale per la nostra salute. Sia direttamente, quasi come fossero un toccasana. Sia indirettamente, diventando “spia” di problemi di salute ben più complessi. Va in questa direzione, ad esempio, il lavoro di David Ancalle, uno studente di ingegneria meccanica presso la Georgia Tech Research Institute. Lo scienziato sta addestrando un sistema di intelligenza artificiale a riconoscere e ad analizzare il rumore delle scorregge, oltre che quello dell’urina e delle feci quando vengono rilasciate in bagno. Insieme a un ingegnere aerospaziale, Maia Gatlin, Ancalle ha sviluppato un dispositivo meccanico, ribattezzato SHART, che si spera un giorno possa diagnosticare malattie, come il colera o anche il cancro, analizzando le funzioni corporali di una persone, tra cui appunto le scorregge. Il sistema mette in relazione il suono delle scorregge con la geometria interna del retto per individuare eventuali cambiamenti anomali. I risultati finora raggiunti, che riguardano però anche la minzione e la defecazione, sono stati presentati recentemente alla conferenza annuale Fluid Dynamics della American Physical Society. L’obiettivo finale è quella di realizzare un dispositivo portatile, accessibile a tutti che possa fare la differenza, salvando migliaia o addirittura milioni di vite umane.

Ma ancora prima di sfruttare le scorregge come mezzo diagnostico, gli scienziati hanno provato a utilizzarle direttamente come terapia. O meglio a ispirarsi a esse per sviluppare nuovi trattamenti. Come riporta un articolo di Sanità Informazione, uno studio dell’Università di Exeter, pubblicato sulla rivista Medicinal Chemistry Communicationsm, ha concluso che l’odore dei peti può avere inaspettati effetti benefici per la salute e potrebbe aiutare addirittura a prevenire il cancro, l’ictus, l’infarto e la demenza. Questo grazie al solfuro di idrogeno, uno dei numerosi gas potenti e maleodoranti prodotti dai batteri mentre si scompone il cibo nell’intestino. A grandi dosi è tossico, ma secondo gli scienziati in piccole quantità aiuta a proteggere le cellule e a combattere le malattie. Quando le cellule sono stressate dalla malattia, cercano di attirare gli enzimi per generare le proprie minuscole quantità di solfuro di idrogeno. Questo gas aiuta a preservare i mitocondri, le centraline energetiche delle cellule, che sono anche importanti regolatori dell’infiammazione. Alla luce di questi risultati i ricercatori hanno escogitato un nuovo composto chiamato AP39 per aiutare il corpo a produrre la giusta quantità di solfuro di idrogeno. Credono che questa sostanza possa aiutare a prevenire o invertire il danno mitocondriale, che è una strategia chiave nel trattamento di condizioni come ictus, insufficienza cardiaca, diabete, artrite, demenza e invecchiamento.

“Quando le cellule sono stressate dalla malattia, assorbono enzimi per generare quantità minime di idrogeno solforato”, ha spiegato Matt Whiteman della facoltà di medicina dell’Università di Exeter. “Questo mantiene i mitocondri in funzione e consente alle cellule di vivere. Se questo non accade – ha aggiunto – le cellule muoiono e perdono la capacità di regolare la sopravvivenza e controllare l’infiammazione. Abbiamo sfruttato questo processo naturale creando un composto, chiamato AP39, che rilascia lentamente quantità molto piccole di questo gas specificamente ai mitocondri”, ha concluso. I primi risultati dei test condotti in laboratorio mostrano che può aiutare fino all’80% in più di mitocondri a sopravvivere a condizioni altamente distruttive come le malattie cardiovascolari.

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