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“Ciao Darwin”, tutti assolti gli imputati per l’incidente in cui rimase paralizzato Gabriele Marchetti

Il giudice, al termine della camera di consiglio, ha fatto cadere le accuse nei confronti degli imputati con la formula "perché il fatto non sussiste" accogliendo anche una eccezione presentata dai difensori

di F. Q.

Tutti assolti. E’ quanto deciso dal tribunale monocratico di Roma per le quattro persone finite a processo in relazione al ferimento di un concorrente della trasmissione “Ciao Darwin” avvenuto il 17 aprile del 2019. Gabriele Marchetti, 54 anni all’epoca dei fatti, cadde rovinosamente durante il gioco dei rulli riportando gravi ferite e rimanendo tetraplegico. Il giudice, al termine della camera di consiglio, ha fatto cadere le accuse nei confronti degli imputati con la formula “perché il fatto non sussiste” accogliendo anche una eccezione presentata dai difensori. A processo, tra gli altri, due rappresentati della società Rti, produttrice della trasmissione che andava in onda su Canale 5.

Nel marzo scorso la Procura aveva ottenuto il rinvio a giudizio per le accuse, a seconda delle posizioni, di lesioni personali gravissime e violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro. In particolare il gup aveva mandato a processo Sandro Costa e Massimo Porta, entrambi di Rti, Massimiliano Martinelli, dirigente della società che si è occupata dell’attrezzatura, difeso in giudizio dagli avvocati Paolo Stella e Mattia Aprea, e Giuliano Giovannotti della società che aveva il compito di selezionare i concorrenti della trasmissione. Nel capo di imputazione il pm ricostruisce quanto avvenuto quel giorno di tre anni fa. L’incidente avvenne nel corso della prova detta dei “cilindroni”. Marchetti “nel saltare da un rullo ad un altro” perse l’equilibrio e a causa della superficie scivolosa, resa tale appositamente al fine di rendere difficoltosa la prova per ciascun concorrente”, cadde “nella intercapedine tra i due rulli”.

Un dramma che si consuma in pochi istanti. Il concorrente della trasmissione condotta da Paolo Bonolis, precipitò in una vasca con dell’acqua ma con una profondità di “appena 1,09 metri”. Uno spazio risicato, “evidentemente non sufficiente a garantire la possibile caduta in sicurezza”, scrive il rappresentante dell’accusa. Le ferite riportate apparvero subito gravi: Marchetti riportò lo schiacciamento di due vertebre, con una lesione al midollo che compresse il torace, impedendogli di respirare. L’uomo venne sottoposto ad delicato intervento chirurgico ma il quadro clinico era gravissimo. A causa delle lesioni è rimasto paralizzato “agli arti superiori ed inferiori”.

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