A poco più di un anno dal verdetto di primo grado è stata ribadita anche in appello l’accusa di associazione mafiosa per il clan Casamonica nell’ambito di un processo che vede imputate circa 40 persone. I giudici di secondo grado di Roma hanno confermato l’accusa dopo oltre sei ore di camera di consiglio. Nei confronti degli imputati, tra cui i capi del gruppo criminale attivo nell’area est della Capitale, le accuse sono, a seconda delle posizioni, di associazione mafiosa dedita al traffico e allo spaccio di droga, all’estorsione, l’usura alla detenzione illegale di armi.

Nell’aula bunker di Rebbia i giudici hanno sostanzialmente confermato l’impianto accusatorio accogliendo il ricorso dei pm su quattro posizioni per quanto riguarda il 416 bis, escludendo soltanto l’aggravante di essere un’associazione armata. “È una sentenza che riteniamo equilibrata – ha commentato il sostituto procuratore generale, Francesco Mollace -.È stata ribadita l’impostazione dell’accusa. La Procura ha svolto un gran lavoro ed abbiamo ottenuto un grande risultato. La sentenza di oggi si pone nel solco di altre pronunce come quelle per i Fasciani, Gambacurta e Spada che hanno riconosciuto la mafia sul territorio laziale”. Tra gli imputati il presunto boss Domenico Casamonica, Giuseppe Casamonica, Luciano Casamonica, Salvatore Casamonica, Pasquale Casamonica, e Massiliano Casamonica.

Durante la requisitoria pronunciata lo scorso 11 ottobre la Procura generale di Roma aveva chiesto la conferma delle condanne. “L’indagine della procura di Roma ha posto fine allo strapotere dei Casamonica – aveva detto il pg Francesco Mollace nel corso della requisitoria -. Un clan da anni a braccetto con Banda della Magliana e poteri forti della capitale con una forza di intimidazione impressionante. La galassia Casamonica è quella peculiare struttura dell’organizzazione che porta i diversi gruppi ad unirsi quando c’è ‘bisogno'”.

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