“Nonostante il brutto episodio che ci ha colpito non ci fermiamo ma anzi vogliamo continuare le nostre attività, rilanciando le nostre iniziative e impegni a favore dell’inclusione”. A dirlo a Ilfattoquotidiano.it è Melania Bergamaschi, presidente dell’associazione “I Ragazzi di Robin”. La reazione dei giovani con disabilità non si è fatta attendere e mercoledì 16 novembre hanno cancellato le scritte ingiuriose apparse sopra i loro murales e fatto dipingere dal maestro Gregorio Mancino un cuore con l’obiettivo di fare, nei prossimi giorni, un nuovo più grande murales sullo stesso muro. “Vogliamo ripartire da un cuore e ricordare a tutti che la vita è una bella avventura che va vissuta, siamo più brave persone che stupidi in questo mondo”. Solidarietà per quanto accaduto anche dalla ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli che oggi si è recata sul posto per un incontro con i ragazzi dell’associazione. “Siamo una piccola organizzazione, siamo contenti che sia venuta la ministra perché si può parlare di disabilità e non solo dell’episodio che è accaduto” spiega Bergamaschi.

Minacce e svastiche sul murale dei Ragazzi di Robin – Il fatto è stato reso noto domenica 13 novembre dalla stessa organizzazione tramite un video pubblicato sulla loro pagina Facebook. Cosa è successo? Offese, minacce, svastiche e anche bestemmie sono comparse a imbrattare un muro di Segrate, comune alle porte di Milano, lungo la strada Cassanese che i ragazzi disabili dell’associazione avevano decorato. Murales eseguiti a settembre per coprire altri insulti e scritte. Secondo quanto riferito da Milano Today, il responsabile è stato individuato e accertamenti sono in corso in seguito all’analisi delle telecamere presenti in zona. “La tua diagnosi l’hai scritta da solo sul muro, ed è ben peggiore delle nostre. Noi siamo handicappati, ma almeno siamo felici, in un modo che tu non saprai mai quanto – hanno detto dall’associazione rivolgendosi al colpevole o ai colpevoli -. Piuttosto della tua rabbia e del tuo odio represso, preferiamo la nostra gioia di stare al mondo così come siamo. Buona vita a te, se ci riesci”. L’organizzazione si è costituita il 18 luglio 2018 a Segrate con lo scopo di formare un gruppo di ragazzi maggiorenni con diverse disabilità attraverso opere di volontariato.

“Quelle scritte sono un delirio. Vorrei che si parlasse ogni giorno di disabilità” – “Non voglio sapere chi sia l’autore o gli autori del gesto, ma se avesse voglia di un confronto io sono disponibile ad incontrarlo, a parlargli e spiegargli chi siamo e che cosa facciamo, senza nessun tipo di gogna mediatica” spiega Bergamaschi. “Quelle scritte sono un delirio mentale, un gesto gravissimo ma vogliamo capire i motivi del perché è stato compiuto e il disagio che c’è dietro. Quello che ci tengo a dire – aggiunge – è che l’attenzione non si focalizzi sull’accaduto ma che si parli di più del tema delle disabilità, che venga evidenziato ogni giorno, che si faccia luce su tantissime storie che riguardano le persone disabili, raccontando le tante piccole realtà locali. Il nostro impegno a favore della conoscenza e dell’inclusione non si arresta ma anzi vuole crescere e migliorarsi”. Fanno parte dell’associazione circa 12 ragazzi, quasi tutti residenti a Segrate ma anche qualcuno dei comuni vicini, giovani autistici, con sindrome di Down e tetraparesi spastica. Tutti possono aderire, non viene infatti posto nessun tipo di barriera per diventare un Robin, storico aiutante di Batman e simbolo scelto per rappresentare al meglio le attività associative.

Una piccola realtà locale: “I nostri ragazzi si sentono incaricati di un dovere civico– “Abbiamo 3-4 volontari che ci sostengono con continuità e passione. Noi abbiamo una mission – spiega la presidente – vogliamo essere attivamente parte di questo mondo, contribuire con piccoli gesti, partendo dal basso, i nostri ragazzi sono come Robin aiutante di Batman, abbiamo costruito cosi la nostra filosofia operante”. Le iniziative intraprese sono al momento diverse, dalla pulizia volontaria di giardini e parchi pubblici alla rimozione di scritte e tag dalle pensiline degli autobus, dal sostegno durante gare podistiche e maratone, attraverso la distribuzione di acqua agli atleti, dalla pulizia e sgombero di tavoli durante feste paesane alla piantumazione di piccole piante in aiuole pubbliche. “Stiamo ricevendo nuove adesioni per essere un Robin, è bello vedere la libertà e la voglia di vivere come gli altri dei nostri ragazzi senza fare pietismo – aggiunge Bergamaschi-, si sentono incaricati di una sorta di dovere civico, a loro piace essere parte di un gruppo e darsi da fare con piccoli gesti quotidiani. La disabilità è un modo di vivere faticoso ma questo non vuol dire che non possiamo vivere e ci poniamo obiettivi minimi di volta in volta”.

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