Prosegue l’occupazione, iniziata ieri, del consiglio comunale di Firenze da parte dei lavoratori della Gkn di Campi Bisenzio. “È il momento dell’azione, è una sfida che lanciamo alla classe dirigente di questo paese. La proprietà lancia condanne a mezzo stampa, noi siamo qua in carne e ossa, con stanchezza e fame. Siamo pronti a metterci il corpo e anche, serenamente, a rimetterci la fedina penale. Qua siamo e qua rimaniamo”, ha detto Dario Salvetti, della Rsu e del Collettivo di fabbrica della ex Gkn, a proposito della protesta in corso a palazzo Vecchio. Salvetti ha ribadito che l’intenzione è di non lasciare Palazzo Vecchio. Ad occupare palazzo Vecchio sono una sessantina di operai, sinora non si sono verificati problemi di ordine pubblico, gli operai si sono sistemati tra la sala bar, la sala Macconi e il Salone dei Duecento, dove si svolge l’assemblea cittadina.

Il Consiglio comunale risulta sospeso, come da volontà del presidente Luca Milani: questo fa sì che le aule non debbano essere liberate dalla polizia municipale. La situazione può variare nel momento in cui a Milani (che sta continuando a cercare un accordo) subentrerà il vicepresidente del Consiglio comunale Emanuele Cocollini che, come da lui dichiarato, ha “intenzione di verificare il numero legale e subito dopo, in caso di assenza di consiglieri, di chiudere subito la seduta e dare mandato alla polizia municipale di liberare le sale“.

Poco fa si è svolto un colloquio telefonicotra il sindaco di Firenze Dario Nardella, che in questo momento si trova a Roma, e gli operai. Secondo quanto si apprende dagli stessi operai, il sindaco avrebbe riferito di una proprietà, Qf, “inamovibile” sulle sue posizioni. Si sarebbe parlato anche del tema degli stipendi e anche in questo caso non sarebbero arrivate rassicurazioni. Nardella aveva incontrato gli operai in mattinata sottolineando che “è necessario un nuovo piano industriale perché finora le proposte avanzate dalla nuova proprietà sono insoddisfacenti e troppo generiche. Ci aspettiamo che l’azienda riveda le dichiarazioni che ha fatto in queste ultime ore, creando i presupposti per abbassare i toni del conflitto e riconosca al contrario di quanto apparso che ci sia un ruolo attivo delle istituzioni e delle associazioni di categoria, perché qui nessuno è stato lasciato solo, tantomeno Borgomeo e l’azienda che rappresenta”.

Il riferimento è all’imprenditore Francesco Borgomeo che con la sua Qf ha rilevato lo stabilimento dal fondo inglese Melrose che voleva dismetterlo, prospettando un piano di riconversione industriali sinora mai partito. Ora si è esaurita anche la cassa integrazione. Ieri Borgomeo ha lamentato di essere stato abbandonato dalle istituzioni che avrebbero dovuto affiancarlo nell’opera e di avere anticipato sinora 6 milioni di euro. L’imprenditore denuncia l’illegalità dell’occupazione della fabbrica e “il clima di minaccia squadrista” nello stabilimento.

oggi ha ringraziato il sindaco Nardella perché “insieme al presidente Giani hanno fatto quanto in loro potere. A Nardella riconosco di essere stato sempre molto vicino, così come penso che il presidente Giani abbia mostrato interesse ed attenzione quando necessario. Purtroppo loro non hanno le leve per favorire una riconversione, che invece sono in mano ai ministeri e da loro attendiamo risposte a richieste di cassa integrazione, firmate anche dalle organizzazioni sindacali. L’azienda è assolutamente disponibile a qualunque confronto promosso dall’amministrazione comunale e della regione”. Secondo Borgomeo “senza cassa integrazione e senza agibilità dello stabilimento, sarà difficile per chiunque provare a reinsediare lavoro e attività imprenditoriale in quella fabbrica. Da parte mia ci sarà sempre il massimo sostegno, sulla base di quanto mi verrà richiesto, per chi saprà trovare le giuste soluzioni”.

“Stiamo preparando delle azioni legali e delle lettere di messa in mora e c’è un clima di grande compattezza tra noi lavoratori. Siamo 300 famiglie, prese in ostaggio da un proprietario, Francesco Borgomeo, per richiedere fondi pubblici. Lui chiede la cassa integrazione che ad oggi, pare, che l’Inps non gli abbia concesso: non è stata concessa perché non ci sono ragioni imprenditoriali per farlo. Se un imprenditore ha frizioni col ministero dello Sviluppo economico, con gli enti locali, con l’Inps, con i lavoratori e le organizzazioni sindacali qualche domanda dovrebbe iniziare a porsela”, replica Matteo Moretti del collettivo di fabbrica ex Gkn. “Un imprenditore che chiede un aiuto dello Stato non butta fango e discrimina lavoratori come sta facendo – ha aggiunto -. Dichiarando che lo stabilimento è inagibile, cosa che non è vera, che un movimento politico ha sede nella fabbrica, che ci sono azioni squadriste all’interno del sito e che non gli è concesso l’ingresso, sicuramente non avvicina altri soggetti. Forse è il momento che qualcuno indaghi sulla figura di Borgomeo, su qual è il suo scopo. Se uniamo i punti viene fuori la vecchia proprietà, Melrose: vediamo un legame di ferro tra la nuova proprietà e la vecchia per lo svuotamento dello stabilimento e l’alleggerimento degli stipendi sul pubblico attraverso la cassa integrazione”.

“Sicuramente chiamerò il ministro” delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso “e gli chiederò di poter fare il punto della situazione perché c’è la necessità di un intervento forte da parte del ministero”, ha detto il presidente della Toscana, Eugenio Giani. “Noi avevamo confidato tutti che il processo aperto da Borgomeo potesse portare a trovare uno sbocco – ha detto Giani a margine di un evento – . Vedendo che questo sbocco non si trova dovremo riprendere in mano la situazione del dialogo e dell’impegno. Con il sindaco Dario Nardella faremo un focus per coordinare il lavoro delle istituzioni locali, certo accanto a loro è fondamentale che anche il Ministero si dia da fare”. La posizione della Regione “è quella di trovare degli investitori, sembrava che questo potesse essere Borgomeo: se vi sono delle difficoltà nel suo lavoro cercheremo altri interlocutori che possano rilevare l’azienda”, ha concluso Giani.

“Una condotta responsabile della proprietà è presupposto fondamentale anche per il buon fine delle interlocuzioni nell’ambito di un tavolo ministeriale. In questo senso chiediamo il rispetto degli accordi siglati e l’adempimento di ogni spettanza a lavoratori e lavoratrici. Trovare delle soluzioni per favorire un processo di reindustrializzazione e salvaguardare i livelli occupazionali è nostra priorità”, dichiara il deputato di Fratelli d’Italia, Walter Rizzetto, presidente della Commissione Lavoro alla Camera. “Su Gkn i due punti irrinunciabili sono la salvaguardia del sito produttivo e dei posti di lavoro. Io come sindaco prima e come deputato ora l’ho sempre pensata così. Sempre e per sempre dalla stessa parte mi troverai, come canta De Gregori…”. Così il deputato Pd, ed ex sindaco di Campi Bisenzio (Firenze), Emiliano Fossi a proposito della protesta in corso a Palazzo Vecchio.

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