Carlo Calenda sarebbe pronto a sostenere un governo di Giorgia Meloni? “Sulle cose giuste assolutamente. Se fa i rigassificatori, per esempio, siamo pronti a collaborare”. Dalla vittoria di Fratelli d’Italia non è passata neanche una settimana, il nuovo Parlamento deve ancora insediarsi e a Palazzo Chigi c’è ancora Mario Draghi. Eppure il sedicente Terzo Polo (che andrebbe più correttamente chiamato sesto partito, visto il numero dei voti che ha preso) ha già cominciato a inviare messaggi in direzione dell’aspirante presidente del consiglio. Lo ha fatto Matteo Renzi, parlando delle riforme costituzionali, e ora si aggiunge pure Calenda, sui rigassificatori. Provocando la reazione di Andrea Orlando, che su twitter ricorda: “In campagna elettorale avete (abbiamo) detto che c’era un rischio Orban. Colleghi delle opposizioni e signori opinionisti, prima di offrire collaborazione, consigli, rilasciare patenti (che non vi hanno chiesto), magari non sarebbe meglio verificare se questo rischio esiste?”, scrive il ministro del Pd, riferendosi al fatto che in effetti, fino a pochi giorni prima della vittoria, gli umori ne confronti di Meloni erano molto più negativi, anche nei dintorni di Azione e +Europa. Vincere le elezioni, però, ha i suoi lati positivi.

Soprattutto se si ha intenzione di cambiare la Costituzione in senso presidenzialista. Una svolta che piacerebbe molto a Matteo Renzi. E infatti l’ex premier, riformatore costituente bocciato dagli elettori al referendum del 2016, già nei giorni scorsi si era offerto a Fdi. Se Meloni “chiederà un tavolo per fare insieme le riforme costituzionali, noi ci saremo perché siamo sempre pronti a riscrivere insieme le regole”, le parole del leader d’Italia viva. Ribadite dal suo fedelissimo Ettore Rosato in un’intervista al Piccolo, il quotidiano di Trieste: “Servono riforme, anche istituzionali. C’è bisogno di una legge elettorale che consenta ai cittadini di eleggere direttamente il sindaco d’Italia. Lavoriamoci insieme, meglio e senza preconcetti. Ma riformare le nostre istituzioni, rendere il Parlamento più efficace, eleggere il premier sono obiettivi di cui il Paese ha molto bisogno”, dice. Per poi rassicurare: “Noi sosterremo qualsiasi scelta possa aiutare l’Italia, ma faremo opposizione severa davanti a decisioni inadeguate o forzature sui diritti”.

Oggi sulla questione interviene anche Sabino Cassese, costituzionalista molto caro ai renziani, che intervistato dal Corriere della Sera si è espresso a favore di una possibile modifica della Carta. “Non è un attentato – dice Cassese – se la stessa Carta prevede che possa essere modificata. Quella tedesca, che ha la stessa età di quella italiana, ha subito tre volte più modifiche di quella italiana”. Non si corrono rischi che vengano stravolti i motivi ispiratori della Carta, sostiene Cassese, perché la Corte costituzionale da molti anni ha stabilito “che i principi fondamentali, quelli scritti nei primi articoli, sono immodificabili”. Per quanto riguarda il presidenzialismo, tanto caro a Fdi, Cassese dice che quando ” si introdusse la riforma presidenziale per comuni e regioni, si disse che si voleva sperimentare il presidenzialismo per poi trasferirlo anche a livello nazionale. La sperimentazione ha dato risultati complessivamente positivi; perché non tenerne conto?”.

E se la disponibilità dei renziani alla riscrittura della Carta insieme a Fdi non è una sostanziale novità, un passo in più può essere rappresentato dalle ultime dichiarazioni di Calenda. Dopo aver negato qualsiasi sbocco per un governo di unità nazionale”, e aver promesso un’opposizione “dura, ma costruttiva, a meno che questa maggioranza di destra non incida in senso negativo sui diritti o sulle minoranze o sul nostro posizionamento in Europa”, Calenda ha spiegato in un’intervista al Quotidiano nazionale di essere a favore di una bicamerale sulle riforme: “Non abbiamo nessuna pregiudiziale contro, anche perché ci sono alcune riforme che sono necessarie”. Il leader di Azione ha detto che il suo partito non voterà la fiducia al governo di centrodestra, “ma su ogni dossier, se riteniamo che le soluzioni siano giuste, le voteremo. Altrimenti proporremo soluzioni alternative. Noi daremo una mano al Paese, se ci ascolteranno”. E siccome oggi si è parlato di un possibile appoggio esterno della Lega, nel caso fosse negato il Viminale a Matteo Salvini (un aut aut poi smentito dallo stesso leader del Carroccio), intervistato a Tagadà su La7 Calenda ha esplicitato i suoi messaggi alla leader di Fdi, spiegando che lui e i suoi sono pronti a collaborare “sulle cose giuste assolutamente. Se fa i rigassificatori, per esempio, siamo pronti a collaborare”. La trama di questa legislatura, insomma, è tutt’altro che scontata.

Articolo Precedente

Il crac Salvini e i fronti aperti della Lega nel Nord-Est. In Veneto partono le raccolte firme. E Donazzan (Fdi) azzarda: sogno la presidenza

next