Guido Crosetto continua a ripetere che la prossima legge di Bilancio andrebbe preferibilmente scritta a quattro mani dal governo uscente di Mario Draghi e da quello entrante guidato probabilmente da Giorgia Meloni perché “va presentata alla Ue entro il 16 ottobre”. Non è proprio così: vero è che la scadenza ufficiale per l’invio a Bruxelles del Draft budgetary plan – una bozza della manovra con un “tabellone” che contiene i principali interventi e le cifre – è il 15 del mese prossimo. Ma nel caso un Paese non abbia a quella data un governo in carica con pieni poteri (come già avvenuto in Germania, Austria e Portogallo) la Commissione Ue è disposta ad accontentarsi di una bozza a politiche invariate. Per poi attendere la legge di Bilancio vera e propria, quella che rispecchia l’orientamento politico del nuovo esecutivo, entro fine novembre. Non saranno Mario Draghi e il ministro Daniele Franco, insomma, a mettere la firma sotto il documento che è il primo banco di prova dei vincitori di queste elezioni.

Lunedì la portavoce della Commissione europea Veerle Nuyts, riferisce Il Sole 24 Ore, ha confermato che in caso di sovrapposizione con un cambio di governo “la prassi prevede che il paese membro presenti una bozza di bilancio basata sull’assenza di nuove misure politiche economiche e che successivamente il governo entrante, una volta insediatosi, presenti una Finanziaria aggiornata”. Per quest’ultima non c’è “una scadenza specifica”, ma “di norma questa dovrebbe avvenire almeno un mese prima dell’adozione del nuovo progetto di legge di Bilancio da parte del Parlamento nazionale”, previsto entro il 31 dicembre pena l‘esercizio provvisorio. La data da segnare in rosso sul calendario sarebbe dunque quella del 30 novembre. Considerato che se tutto va liscio il nuovo governo potrebbe giurare nelle mani del capo dello Stato Sergio Mattarella di qui a un mese, ci sarebbe un mese per finalizzare la legge sotto la guida del futuro titolare del Tesoro (gira insistentemente il nome di Fabio Panetta, ex direttore generale di Bankitalia, ora membro del board della Bce).

Altra cosa sono le scadenze nazionali. La manovra sulla carta va presentata al Parlamento entro il 20 ottobre, ma sono anni che non succede. Qualche esempio? Nel 2018 i gialloverdi la consegnarono agli eletti l’1 novembre, nel bel mezzo del braccio di ferro con la Commissione Ue sul deficit/pil. Nel 2019 quella del governo Conte 2 è arrivata a destinazione il 4 novembre. Nel 2020, l’anno del Covid, l’approdo alle Camere è slittato al 18 novembre. E anche l’anno scorso il governo Draghi l’ha inviata solo il 16 novembre dopo settimane di riscrittura del testo.

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