“Gli italiani hanno scelto la destra sovranista, noi la consideriamo una scelta molto pericolosa per il Paese e molto incerta”. Carlo Calenda si presenta in conferenza stampa e ammette subito che l’obiettivo di ottenere un risultato a due cifre, “per fermare la destra e andare avanti col governo Draghi”, non è stato raggiunto. “Ringraziamo gli oltre due milioni di italiani che ci hanno votato, faremo un’opposizione molto netta ma molto costruttiva, come sempre abbiamo fatto”, dice il leader di Azione. E lascia trapelare le sue intenzioni per il futuro: nonostante lo smacco elettorale, il patto con Italia viva di Matteo Renzi (che all’inizio dello spoglio è volato in Giappone per partecipare ai funerali di Shinzo Abe) resta in piedi. “Come previsto dall’accordo elettorale si formeranno gruppi unici, e parte un processo per far nascere un partito. In meno di due mesi abbiamo costruito una casa per quegli italiani liberali e riformisti che non vogliono vivere di sussidi ma vogliono restare ancorati ai grandi Paesi europei. Siamo quelli che hanno promesso di meno, siamo sempre partiti dal dato di realtà, parlando un linguaggio di verità al Paese. Nei prossimi mesi la divisione in tre poli sarà ancora più netta: il Partito democratico ritornerà tra le braccia di Fratoianni e Bonelli e dei 5 Stelle, ancora più indebolito, poi ci sarà la destra al governo, e poi ci sarà quello che dovremo costruire noi, il polo del buon governo e della serietà. Partiamo da basi solide, ma nelle prossime settimane avvieremo subito un cantiere affinché questo processo sia ancora più ampio e inclusivo, deve diventare in un tempo breve un grande partito liberale, popolare e riformista”.

L’ex ministro scommette su una breve durata del prossimo esecutivo: “Questo governo non dura sei mesi e porta paese nel caos. Nessuno se lo augura, speriamo si ravvedano”. Poi si lascia andare a una sorta di ramanzina al corpo elettorale, colpevole di aver votato – secondo lui – per i partiti sbagliati. “Noi abbiamo offerto l’alternativa al populismo, gli italiani hanno scelto di andare avanti sulla strada del populismo. Il 70% degli italiani hanno votato partiti che non hanno mai votato la fiducia a Draghi o l’hanno sfiduciato, partiti che hanno promesso sussidi, bonus e redditi di tutti i tipi e hanno preso posizione contro le infrastrutture, dal rigassificatore di Piombino alle trivelle. C’è un paradosso, perché il 50% degli italiani dichiara di apprezzare l’operato di Draghi. Dobbiamo riflettere sul fatto che apprezziamo Draghi e Mattarella ma poi due terzi degli italiani votano politici che rappresentano il modo opposto di fare politica. Questa dinamica che porta a votare chi urla di più, come fosse il televoto è quello che ha fatto declinare l’Italia. È un rischio mortale con la recessione e la guerra”. Poi, rispondendo a una domanda su Emma Bonino (rimasta fuori dal Parlamento per aver perso il collegio uninominale di Roma, complice la percentuale ottenuta da Calenda) accusa il Pd: “L’ha usata contro di me. Mi dispiace per +Europa che non ha raggiunto la soglia, le porte devono restare aperte per loro”.

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