Moda e Stile

Milano Fashion Week, quando la moda è anche impegno sociale: così le borse di Themoiré danno valore all’artigianalità locale dei Paesi più poveri

Questo brand, finalista ai Sustainable Fashion Awards 2022 di Camera Nazionale della Moda Italiana, è senza dubbio una delle migliori scoperte di questa Settimana della Moda che volge al termine. Nato nel 2019 da un'idea di della coppia di designer Salar Bicherenloo e Francesca Monaco, Themoirè si pone come obiettivo la valorizzazione dell’heritage artigianale di alcune minoranze in situazioni di vulnerabilità, convertendolo in prodotti attraverso i quali finanziare iniziative sul territorio. Il tutto in chiave sostenibile

di Ilaria Mauri

Così come le mitologiche Moire intrecciavano i fili dei destini umani, così allo stesso modo, attraverso i filati che compongono le sue borse, Themoirè prova a intessere un futuro migliore per il nostro pianeta, non solo a livello ambientale ma anche, e soprattutto sociale. Questo brand, finalista ai Sustainable Fashion Awards 2022 di Camera Nazionale della Moda Italiana, è senza dubbio una delle migliori scoperte di questa Settimana della Moda che volge al termine. Nato nel 2019 da un’idea di della coppia di designer Salar Bicherenloo e Francesca Monaco, Themoirè si pone come obiettivo la valorizzazione dell’heritage artigianale di alcune minoranze in situazioni di vulnerabilità, convertendolo in prodotti attraverso i quali finanziare iniziative sul territorio. Il tutto in chiave sostenibile: i materiali utilizzate per le borse sono infatti naturali al 100% oppure riciclati e, in più, per ogni esemplare venduto, viene piantato un albero così da contribuire alla riforestazione della nostra Terra.

Noi di FqMagazine abbiamo incontrato Salar e Francesca in occasione della presentazione della loro nuova collezione Primavera/Estate 2023, avvenuta con una mostra evento inserita nel calendario ufficiale della Milano Fashion Week presso lo spazio Riviera: la parola chiave è “Together”, “insieme”, proprio per sottolineare come il prodotto finale sia il risultato di un impegno collettivo. “Con la scorsa collezione avevamo coinvolto la comunità di Oxchuc in Chiapas per creare una serie di pezzi in limited edition. Il ricavato dalle vendite è stato rinvestito, cooperando con l’associazione Cantaro Azul, per portare acqua potabile all’interno di 7 scuole rurali“, ci spiega Francesca Monaco. “Il capitolo 02 di questo progetto, vede come protagonista la comunità di Antananarivo. La terra rossa del Madagascar e la sua grande biodiversità ci hanno conquistati per la loro rara bellezza ma, allo stesso tempo, non potevamo restare indifferenti alle condizioni di estrema povertà della popolazione e dei bambini che, nonostante tutto non perdono mai il sorriso”. Collaborando con un collettivo di donne impegnate nella lavorazione della rafia – un materiale naturale di cui il Madagascar è uno dei primi produttori mondiali – i due designer supportano attivamente la loro indipendenza economica e la loro autodeterminazione: con il contributo di queste donne sono state realizzate infatti tre differenti varianti dei modelli best seller “Bios” e “Gea”; e parte del ricavato della vendita di queste borse saranno reinvestiti nell’orfanotrofio malgascio dell’Associazione Avoko, che ospita oltre 200 bambini.

Non solo, la rafia proviene da una palma tropicale endemica di provenienza locale e la sua raccolta è un processo simile alla potatura, che contribuisce alla salute generale della pianta. Le fibre ottenute attraverso questo processo sono eccezionalmente elastiche e durevoli. Più in generale, ci spiegano ancora i due designer, la ricerca di nuovi materiali alternativi a quelli di origine animale o chimica resta al centro del progetto: così ecco che troviamo borse in cotone riciclato, nylon riciclato e apple fabric, un materiale eco-friendly ottenuto attraverso il recupero degli scarti dell’industria che lavora le mele. Questo brand, nato nel 2019 quando ancora non c’era la stessa consapevolezza riguardo al tema della sostenibilità ambientale, soprattutto nel mondo della moda, è la testimonianza che sostenibilità e creatività possono andare di pari passo: “Tutto il progetto è costruito partendo da questo: vegetali, riciclati e rigenerati, non solo per il prodotto in sé, ma anche per le fodere interne, realizzate con materiali riciclati al 100%, provenienti soprattutto da bottiglie di plastica Pet e nylon – ci spiega ancora la designer pugliese illustrandoci la nuova collezione -. L’obiettivo era e continua ad essere quello di stimolare un cambiamento positivo nella coscienza delle persone riguardo a questo tema”. E Themoirè non è semplicemente Made in Italy: “Le nostre borse sono Made in Milan, dove si trova il nostro headquarter. Questo ovviamente significa qualità, ma per noi anche sostenibilità: essere eco-friendly vuol dire essere trasparenti e noi vogliamo avere il controllo di tutta la catena produttiva”.

Ma l’attenzione all’ambiente non finisce con la realizzazione di una borsa: “Per proteggere le foreste e la biodiversità abbiamo creato la ‘Themoirè Forest’, una foresta virtuale popolata da alberi reali, piantati per ogni borsa venduta, in diverse parti del mondo, cercando di ridurre così l’impatto sul pianeta dovuto al cambiamento climatico. Pienamente consapevoli del fatto che il solo recycling non sarebbe stato sufficiente per evitare pesanti impatti ambientali, abbiamo pensato di portare avanti anche questa iniziativa, che segna i confini tra il mondo reale e quello virtuale. Scrivendoci o postando un’immagine/story sul proprio profilo Instagram, ogni cliente potrà ricevere un certificato che conterrà tutti i dettagli del proprio albero, come la specie di appartenenza e le coordinate geografiche del luogo in cui sarà stato piantato”.

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