Lo spazio pubblico è un luogo fisico caratterizzato da un uso sociale collettivo dove chiunque ha il diritto di circolare o dialogare. È lo spazio della comunità o della collettività che in quanto tale si distingue dallo spazio privato riservato alla vita personale, intima, familiare. Rappresenta nelle società umane, in particolare urbane, tutti gli spazi di passaggio e d’incontro che sono ad uso di tutti, come strade, piazze, parchi, stazioni, edifici pubblici quali biblioteche, municipi o altro”.

Questa definizione tratta da Wikipedia dovrebbe essere stampata e appesa sulla porta del sindaco Pd di Roma, Roberto Gualtieri (ma non solo sulla sua, di porta). In una bizzarra accezione dello ”spazio pubblico”, il comune (i comuni) infatti spesso si appropriano del bene di tutti i cittadini per una bieca operazione commerciale che nella mente del politico di turno diventa anche una vetrina per fini esclusivamente personali. E’ il caso dell’affitto di spazi pubblici della città alle produzioni cinematografiche, come due piazze, per ben dodici giorni. Accade a piazza Santa Cecilia e a piazza dei Mercanti, due veri e propri gioielli di Trastevere dai quali i residenti sono stati di fatto espulsi per le riprese di ‘Devon House‘, colossal prodotto da Charlize Theron.

Non è la prima volta che i sindaci interpretano molto allegramente la norma che consente loro la concessione di spazi dei cittadini a privati mediante lauto pagamento di diritti di occupazione che, tuttavia, mai vanno a risarcire chi di quella occupazione subisca le conseguenze. Ricordo, a giugno, la concessione della piazza del Duomo a Milano da parte del sindaco Giuseppe Sala per un concerto organizzato da privati per raccogliere fondi per una fondazione privata, il ”noleggio” di Ponte Vecchio a Firenze, concesso a Luca Cordero di Montezemolo per una cena privata nel 2013 dall’allora sindaco (Pd) di Firenze, Matteo Renzi. Oppure l’incredibile caso del sindaco di Blera (VT), Nicola Mazzarella, che con delibera comunale ha concesso una piazza in affitto ad una cooperativa privata per ben nove anni.

Di Jovanotti e dei suoi pelagici disastri ambientali su pubblico demanio si è ampiamente parlato sui giornali, ma anche in quel caso si è trattato di spregio dell’autorità popolare su spazi che dovrebbero essere e rimanere pubblici e a disposizione dei cittadini. Oltretutto, film e concerti hanno le loro belle location possibili, private e tutelate, come stadi e studi cinematografici, che potrebbero anche fruttare molto lavoro a maestranze ed artigiani e non si capisce perché i sindaci non incentivino questo tipo di occupazione invece di pensare all’incasso facile dalla arrogante, odiosa svendita di spazi che sono di tutti.

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