“Dall’inizio dell’estate ho ricevuto bollette dell’elettricità da 370, anche 400 euro: quasi il costo di un affitto. Per l’acqua calda per fortuna ci sono bastati i pannelli solari. Continuano a dirmi di non preoccuparmi perché, quando arriverà, lo sconto sarà retroattivo. Ma io sono in cig a zero ore, ho un Isee di 9.300 euro e devo arrivare a fine mese. Di fatto io e le altre famiglie nella stessa situazione facendo credito alle compagnie energetiche”. La storia di Emiliano Piccioni è simile a quelle di molti altri potenziali beneficiari del bonus sociale per le bollette, cioè l’agevolazione destinata alle famiglie con redditi bassi. A marzo il governo Draghi ha alzato l’Isee sotto il quale fino a dicembre spetta l’aiuto. Ma l’attuazione è andata per le lunghe, con il risultato che per tutta l’estate i nuovi potenziali destinatari hanno continuato a pagare come prima.

Un passo indietro: i bonus sociali per l’elettricità, il gas e l’acqua esistono dal 2008, ma dal 2021 il meccanismo per ottenerli è cambiato. Non occorre più fare domanda, vengono riconosciuti in automatico dall’Autorità di regolazione del settore energetico (Arera) che riceve direttamente dall’Inps i codici fiscali di chi ne ha diritto e ha presentato la Dichiarazione sostitutiva unica necessaria per ottenere l’attestazione Isee. Alla fine dell’anno scorso la platea di beneficiari era di 2,5 milioni di utenze per l’elettricità e 1,5 per il gas. La scorsa primavera, nell’ambito degli interventi per far fronte ai maxi rincari, è stata ampliata: con il decreto Ucraina l’Isee sotto il quale si può accedere al beneficio è stato alzato per il periodo aprile-dicembre da 8.265 a 12mila euro. In parallelo sono stati potenziati gli stanziamenti, con l’obiettivo di continuare ad azzerare gli aumenti delle bollette per i nuclei economicamente svantaggiati come avvenuto a partire dall’autunno 2021. Per farlo, al bonus “standard” è stata affiancata una compensazione integrativa. Per questo trimestre spetta dunque, per esempio, uno sconto che per le famiglie con oltre 4 componenti arriva fino a 201 euro per l’elettricità e 61,6 euro per il gas (la cifra è molto più alta, fino a 800 euro, in inverno).

Ma la norma è stata evidentemente scritta di fretta e l’Arera all’inizio di giugno, dopo la conversione del decreto, ha fatto presente che per determinare i nuovi sconti avrebbe avuto bisogno di una serie di chiarimenti e precisazioni. Non solo: il presidente Stefano Besseghini in una memoria per la Camera ha avvertito che l’applicazione retroattiva avrebbe comportato seri problemi: “La gestione di tale modalità potrà avvenire solo in deroga rispetto alla normale procedura sopra descritta, con notevoli difficoltà operative da parte di tutti i soggetti coinvolti nel processo, richiedendo anche nuovi sviluppi informatici”. I chiarimenti sono arrivati solo a fine giugno. Poi, con il decreto Aiuti bis di agosto, il rafforzamento è stato confermato fino alla fine dell’anno stanziando altri 2,4 miliardi.

Nel frattempo però la “macchina” del trasferimento automatico dei dati da Inps ad Arera si era ingolfata. Questo, insieme al fatto che il bonus compare una o due fatture dopo il mese in cui è stato riconosciuto, ha comportato che chi cinque mesi ha scoperto di aver diritto all’aiuto in molti casi non l’ha ancora visto. E sta continuando a dover pagare bollette gonfiate, oltre a fare i conti con i rincari degli alimentari e degli altri beni di prima necessità. Per il quarto trimestre dell’anno si porrà un altro problema: come evidenziato dal servizio bilancio del Senato, la cifra stanziata con l’Aiuti bis per prorogare la misura alle stesse condizioni appare ora insufficiente visto che nel frattempo il prezzo dell’elettricità è salito moltissimo. Con il rischio che l’eventuale costo aggiuntivo finisca per essere “a carico degli utenti non disagiati”.

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