Cinema

Venezia 2022, nel docufilm “Marcia su Roma” spunta l’immagine di Giorgia Meloni: scoppia la polemica

Nonostante il posizionamento in forma non competitiva nella sezione Giornate degli Autori del film di Cousins, di questo accostamento storico politico tra presente e passato ne sta parlando mezzo mondo

di F. Q.

Giorgia Meloni in mezzo alla Marcia su Roma. Accade al Festival di Venezia 2022. Il documentario è firmato dallo storico del cinema Mark Cousins e s’intitola, appunto, Marcia su Roma. Da non confondere con il restauro del film di Dino Risi, La marcia su Roma (1962), proiettato sempre a Venezia in questi giorni. Nonostante il posizionamento in forma non competitiva nella sezione Giornate degli Autori del film di Cousins, di questo accostamento storico politico tra presente e passato ne sta parlando mezzo mondo. Cosa accade nel film di Cousins, celebre per un monumentale lavoro documentario di 15 ore intitolato The story of film: an odyssey? Verso la fine dei 97 minuti, diciamo nella parte in cui si parla di pericolo del ritorno del fascismo oltre a Trump, Bolsonaro e Putin, ecco sbucare anche la leader di Fratelli d’Italia, prossima, secondo tutti i sondaggi attuali, a diventare il futuro presidente del consiglio italiano dopo le elezioni del 25 settembre. Al Corriere della Sera Cousins ha spiegato: “Sono straniero e non voto qui ma il modo in cui Meloni ha parlato a Vox in Spagna dicendo ‘no LGBTQ+, sì all’università della Croce’ è simile a quello delle crociate dell’undicesimo secolo ed è pericoloso perché mette in difficoltà la sicurezza delle minoranze”.

Cousins ha poi sottolineato che sa bene come Meloni ha sostenuto di non essere fascista e che “magari non è come Mussolini”, però si ritiene preoccupato del linguaggio che la leader della destra italiana in quanto molto “pericoloso”. A stretto giro è arrivato il comunicato del responsabile del settore Cultura di Fratelli d’Italia, Federico Mollicone: “Riteniamo assurdo l’inserimento di immagini di Giorgia Meloni nel docufilm Marcia su Roma e ci domandiamo il perché il Festival le abbia inserite in rassegna. Da sempre, abbiamo sostenuto il Festival di Venezia come un’eccellenza nazionale e continueremo a farlo. Però pur rispettando la sua autonomia e indipendenza, crediamo che tali immagini alterino la par condicio della campagna elettorale e per questa ragione presenteremo un’interrogazione al ministro Franceschini”. Più lapidaria un’altra pasionaria della destra italiana, Daniela Santanchè: “Per il momento preferisco La Marcia su Roma con Gassman e Tognazzi. Loro hanno saputo raccontare meglio il clima di quegli anni”. Infine ha concluso con ironia: “Vado a rivedermi i filmati dell’epoca, non vorrei mi fosse sfuggita la faccia della Meloni”.

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