Fratelli d’Italia si conferma il primo partito e ha distanziato di un punto percentuale il Pd. Il M5s invece è la formazione che è cresciuta più di tutti nell’ultimo mese, passando dall’11,3 al 13,4%: ora i Cinquestelle sono appaiati alla Lega. Il sondaggio di Ipsos per il Corriere della Sera, firmato da Nando Pagnoncelli, conferma in parte le tendenze già emerse dalla rilevazione di Euromedia Research: il partito di Giorgia Meloni guadagna ancora ed è stimato al 24% dei consensi, mentre i dem restano stabili al 23%. Alle loro spalle invece si registra la frenata di Matteo Salvini e del Carroccio, al contrario del M5s di Giuseppe Conte che sembra aver cominciato una risalita nelle intenzioni di voto. La differenza è che Ipsos stima per la prima volta a lista Azione/Italia viva e le attribuisce un 5%, molto lontano dall’8% attribuito a Forza Italia. Secondo le rilevazioni dell’istituto diretto da Alessandra Ghisleri, invece, Calenda e Renzi avrebbero già superato Berlusconi.

Quando mancano poco più di tre settimane al voto, le intenzioni di voto rilevate da Ipsos dicono che FdI ha guadagnato 0,7 punti percentuali rispetto a fine luglio. Il Partito democratico ha perso uno 0,3% in un mese ma resta saldamente al secondo posto. La Lega dal 13,5% è passata al 13,4%: rimanendo sostanzialmente ferma, rischia il sorpasso da parte del M5s, che come detto ha registrato dal 28 luglio ad oggi – secondo Ipsos – un +2,1 per cento. L’altro testa a testa è tra Forza Italia e Azione-Iv: gli azzurri hanno perso in un mese un altro punto percentuale. L’ultima rivelazione di un mese fa da parte dell’istituto di Pagnoncelli dava invece i renziani al 2,3%: oggi con Calenda il polo è stimato solo al 5 per cento. Resta in conclusione l’enorme divario tra la coalizione di centrodestra unita e il centrosinistra: 46,4% contro un 29,9%.

Un altro dato, sottolineato da Pagnoncelli, riguarda l’area dell’indecisione e dell’astensione che resta “il partito” più votato e si attesta al 38,3%. Le interviste condotte da Ipsos denotano però che un elettore su tre non sta seguendo per nulla la campagna elettorale: questo fa presuppore che molti di coloro che oggi si dichiarano indecisi o che non vogliono andare a votare, alla fine il 25 settembre decideranno di non recarsi alle urne. Infine, il dato sull’apprezzamento per il governo e per il premier Mario Draghi: il gradimento per Palazzo Chigi e per il premier nell’ultimo mese sono aumentati di 5 punti. Un dato in apparenza in controtendenza rispetto alle intenzioni di voto, che per ora premiano l’unico tra i principali partiti che è rimasto all’opposizione.

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