Dopo mesi di linee diplomatiche interrotte, si riattiva la linea Parigi-Mosca. Il Cremlino ha fatto sapere che Vladimir Putin ed Emmanuel Macron hanno avuto un colloquio telefonico in giornata nel corso del quale il presidente russo ha espresso la sua preoccupazione per la situazione intorno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, occupata dalle forze militari di Mosca, avvertendo il capo dell’Eliseo sul fatto che i bombardamenti sull’impianto – che i russi imputano a Kiev – pongono il rischio di una “catastrofe su larga scala”. Un’occasione per ribadire la necessità di una missione dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) per controllare la situazione alla centrale nucleare. L’Eliseo ha confermato l’ok di Putin al dispiegamento di una missione dell’Aiea. Un video della Cnn mostra, però, la presenza di mezzi militari russi a circa 130 metri da uno dei reattori nucleari dell’impianto. Elemento che confermerebbe la versione offerta da Kiev, secondo cui i soldati di Mosca stanno usando la centrale come scudo contro gli attacchi dell’esercito ucraino, aumentando il rischio di un incidente nucleare. La Federazione sostiene che l’equipaggiamento militare presente nella centrale riguardi solo il servizio di guardia e ieri il ministero della Difesa russo ha detto che immagini satellitari mostrano chiaramente che nella centrale “non sono presenti armi, specialmente quelle pesanti”. Versione smentita dal video analizzato e considerato autentico dell’emittente americana.

L’amministrazione filo-russa della regione fa comunque sapere che, a loro modo di vedere, una smilitarizzazione di Zaporizhzhia è impossibile in questo momento: “È impossibile creare una zona smilitarizzata presso la centrale nucleare di Zaporizhzhia perché solo i sistemi di difesa aerea russi la proteggono dal disastro”, ha detto un membro del consiglio della nuova amministrazione militare-civile della regione, Vladimir Rogov, respingendo così l’appello del segretario dell’Onu António Guterres che chiedeva il ritiro delle attrezzature e del personale militare dal territorio di Zaporizhzhia. “Smilitarizzare la centrale la renderebbe ancora più vulnerabile”, ha aggiunto Ivan Nechayev, vice direttore del dipartimento stampa del ministero degli Esteri di Mosca.

Non si ferma la controffensiva ucraina contro l’esercito russo e ancora una volta, in attesa di conferme, l’obiettivo dei militari di Kiev sembra essere la Crimea. Nella notte ci sono state altre quattro esplosioni nella base aerea di Belbek, a nord di Sebastopoli. Se venisse di nuovo confermato che a provocare le deflagrazioni sono stati i raid dei soldati di Volodymyr Zelensky, si tratterebbe della terza base russa colpita nella penisola sul Mar Nero in pochi giorni. Il governatore filo-russo di Sebastopoli, Mikhail Razvozhayev, ha comunque spiegato che “non ci sono danni. Nessuno è rimasto ferito”, mentre i media locali sostengono che nella notte sia stato abbattuto un drone ucraino.

Secondo l’intelligence britannica, la controffensiva ucraina preoccupa non poco il Cremlino. Ed è in quest’ottica che va letta la pesante pressione militare esercitata dalla Russia su Kharkiv, la città più pesantemente bombardata nelle ultime settimane: un tentativo di concentrare le truppe ucraine in quell’area, togliendo energie e spinta ai contrattacchi portati avanti in Donbass e soprattutto in Crimea. Nella prima mattinata, come fa sapere il sindaco Ihor Terekhov, sono stati colpiti i distretti di Kyivskyi, Osnovyanskyi e Nemyshlianskyi con conseguenti danni a un edificio residenziale, mentre un altro ha preso fuoco. Per il momento non si registrano vittime, anche se c’è una persona ferita. Negli ultimi giorni i radi del Cremlino hanno ucciso almeno 21 persone, tra cui un bambino, ferendone altre 44. Altri bombardamenti russi, infine, hanno interessato nella notte Mykolaiv, nel sud.

Dopo l’annuncio di giovedì da parte del governo russo della messa in stato di allerta di tre Mig-31 equipaggiati con missili ipersonici Kinzhal, capaci di trasportare testate nucleari, a Kaliningrad, l’exclave russa sul Baltico incastonata tra Polonia e Lituania, il ministro della Difesa di Vilnius ha cercato di tranquillizzare la popolazione: “I missili russi Kinzhal schierati a Kaliningrad non cambiano la situazione della sicurezza nella regione né aumentano le minacce alla Lituania – ha dichiarato Arvydas Anusauskas – Penso che non dovremmo preoccuparci troppo della posizione dei loro missili. Inoltre, gli arsenali situati a Kaliningrad sono stati pesantemente utilizzati nella guerra contro l’Ucraina. Da lì è stato preso molto. Questi missili non cambiano la situazione in alcun modo. La minaccia che la Russia rappresenta per i suoi vicini è sempre esistita, ma per questo il livello di minaccia non è aumentato”.

Diversa la reazione dell’Unione europea che, invece, si dice preoccupata per l’annuncio di Mosca. “La Russia deve essere consapevole del fatto che sarà responsabile delle conseguenze che questi passi avranno sulla pace e la stabilità in Europa”, ha affermato la portavoce della Commissione per gli Affari esteri, Nabila Massrali, a Europa Press.

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