Scomodare Agatha Christie pare eccessivo: in questo caso pure se gli indizi superano la soglia di tre e arrivano a cinque non costituiscono una prova, ma una fonte di preoccupazione sì. Già, perché sono già cinque le squadre di Serie A che nel primo turno di Coppa Italia sono state eliminate da compagini di Serie B, tutte con sconfitte casalinghe: ha perso il Lecce col Cittadella per 3 a 2, ha perso l’Empoli per 2 a 1 con la Spal, ha perso male il Verona contro il Bari con un 4 a 1 finale per i pugliesi, ha perso la Salernitana per 2 a 0 col Parma e anche il Sassuolo è stato eliminato peraltro in un derby col Modena, terminato per 3 a 2 in favore dei canarini.

Casualità? In parte sì, sicuramente: gli inizi sono tradizionalmente più duri per chi è più in alto e nel calcio agostano, fosse Coppa Italia o Serie A, è stato tutt’altro che raro assistere a risultati a sorpresa o a partite in cui squadre piccole o piccolissime mettano in difficoltà i top club. Cinque squadre di Serie A eliminate da formazioni di B in Coppa Italia, tuttavia, è un fatto inedito: nelle ultime quindici stagioni della Coppa Italia non è mai accaduto.

Non era mai accaduto, tuttavia, neppure che le squadre di Serie A entrassero in gioco così presto, a inizio agosto. E dunque una debacle così massiccia di club della massima serie per mano di squadre di B può anche essere inquadrata tra le conseguenze di una stagione anomala e inedita per tempistiche e conformazione: stagione che inizia ai primi di agosto, che si ferma per due mesi tra novembre e dicembre quando solitamente i campionati europei entrano nel clou, che riprende immediatamente dopo un Mondiale. A carichi di lavoro ancora non smaltiti e con formazioni ancora incomplete complice un mercato fatto con enormi difficoltà a vendere e comprare, ecco palesarsi davanti difficoltà e risultati negativi.

C’è poi il discorso relativo alle potenzialità delle squadre in campo: i trentaduesimi vedono impegnate in Coppa Italia le squadre di A che hanno terminato il campionato dal nono posto in giù, le retrocesse e la squadra sconfitta nei playoff di B e le altre di B o che hanno superato il turno preliminare. Capita spesso di trovare a questo punto della stagione squadre di B con l’ambizione di promozione allestite in maniera molto competitiva, spesso di più di chi affronterà il campionato di Serie A per salvarsi. E’ uno dei limiti spesso sottolineati del campionato a venti squadre infatti: la sperequazione in termini di competitività tra le squadre di vertice e quelle che lottano per salvarsi.

Una disomogeneità che va a cascata dagli introiti di diritti televisivi, sponsorizzazioni fino ovviamente all’aspetto tecnico. Poi certo, c’è il controcanto della poetica del “Giant Killing” che ha reso la Fa Cup inglese la più bella e romantica delle coppe nazionali proprio in base a questa peculiarità per cui le squadre delle serie minori sono portate a impegnarsi al massimo per far l’impresa…anche se le differenze in termini di business e anche di competitività rispetto al calcio inglese suggerirebbero che no, non è nel “giant killing” modello Fa Cup da ricercare il motivo per cui 5 squadre di A vengono eliminate da squadre di B.

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