Nel terzo giorno di esercitazioni militari su vasta scala intorno all’isola, la Cina sta simulando un vero e proprio attacco contro Taiwan. A dirlo è il ministero della Difesa di Taipei, affermando che sono stati rilevati diversi caccia e navi dell’Esercito popolare di liberazione “intorno allo Stretto”, con alcuni che “hanno attraversato la linea mediana” in una azione di “possibile attacco simulato”. La tensione sale così ulteriormente alle stelle nel Pacifico, con la Cina che sta mettendo in atto un’escalation di forza in seguito alla visita della Speaker della Camera Usa, Nancy Pelosi, a Taiwan. Una visita contestata duramente anche dalla Corea del Nord, che è tornata a scagliarsi contro gli Stati Uniti: l’accusa di Pyongyang (alleato numero uno della Cina) è di “aggiungere benzina sul fuoco” e per la Pelosi di essere “il peggior distruttore della pace e della stabilità a livello internazionale“, riporta l’agenzia Kcna che diffonde una dichiarazione di Jo Yong Sam, direttore generale del Dipartimento per l’informazione del ministero degli Esteri nordcoreano.

La speaker della Camera “ha fomentato l’atmosfera di confronto con la Corea del Nord durante la sua visita in Corea del Sud”, affermano ancora da Pyongyang, e con le autorità sudcoreane ha parlato di una “deterrenza forte e ampliata” per far fronte alle “minacce dalla Corea del Nord” e “si è presentata persino” a Panmunjom, dove nel 2019 Donald Trump incontrò Kim Jong Un. “Gli Stati Uniti devono pagare caro per tutte le fonti di problemi create da lei, ovunque sia andata”, tuonano i nordcoreani. Immediata la replica degli Usa: “La presidente Pelosi ha il diritto di fare quella visita, poiché molti membri del nostro Congresso hanno visitato Taiwan, anche quest’anno. Ma a prescindere da ciò, la reazione della Cina è così sproporzionata e così pericolosa, qualunque cosa si senta riguardo alla visita: il lancio di 11 missili balistici, anche su Taiwan; inviando le sue navi in giro per Taiwan. Cinque dei missili che ha lanciato sono atterrati vicino al Giappone”, ha fatto sapere il segretario di Stato americano Antony Blinken in visita nelle Filippine. Gli Stati Uniti manterranno canali aperti con la Cina per evitare “errori di comunicazione”, ha poi assicurato sottolineando che sia Washington che il mondo intero hanno un “interesse costante” nel mantenere aperto il dialogo. Nel dibattito si è inserito anche l’ex presidente Donald Trump: “Cosa è andata a fare Nancy Pelosi a Taiwan? Per complicare le cose?“, ha esordito aprendo il suo comizio a Waukesha, Wisconsin. Nella giornata di venerdì, infatti, la Cina ha annunciato di aver sospeso la cooperazione con gli Stati Uniti su otto dossier, tra cui gli incontri nel campo della Difesa e la cooperazione sul clima.

Intanto, l’esercito di Taiwan ha riferito che le sue che le sue unità sull’isola principale di Kinmen e in quelle vicine hanno rilevato quattro piccoli aerei senza pilota, al largo della costa durante la notte di venerdì. I quattro droni sono stati avvistati mentre sorvolavano Kinmen, Lieyu e l’isolotto di Beiding, secondo il Kinmen Defense Command. In risposta, l’esercito ha sparato razzi di avvertimento per respingere i droni, che si ritiene siano azionati dall’Esercito di liberazione del popolo cinese (Pla). Kinmen, nota anche come Quemoy, è un gruppo di isole amministrate dalla Repubblica di Cina (nome ufficiale di Taiwan), è distante appena 10 chilometri a est della città di Xiamen, nella provincia cinese del Fujian. Le forze armate locali, hanno utilizzato, si legge in una nota, “trasmissioni di allerta, aerei, navi militari di pattuglia e sistemi missilistici terrestri in risposta a questa situazione”.

Articolo Precedente

Dalla presenza militare alla guerra del gas, fino allo sport: la strategia di Erdogan per diventare il grande leader del mondo islamico

next