Le elezioni del prossimo autunno sono già un appuntamento all’attenzione dei media internazionali. E se i sondaggi parlano di una probabile vittoria della coalizione di centrodestra, guidata da Fratelli d’Italia, sul New York Times compare un editoriale nel quale il Paese viene considerato solo la prima grande democrazia Ue a finire in mano all’estrema destra, un epilogo che, sostiene l’autore David Broder, che sta scrivendo un libro sul fascismo nell’Italia contemporanea, rischia di essere solo il primo di una serie che potrebbe travolgere diversi altri Paesi europei. Un trend che già dal titolo (“Il futuro è l’Italia, ed è desolante”) viene considerato un grande passo indietro per l’Europa.

L’articolo si concentra in particolar modo sulla figura di Giorgia Meloni, descritta come una leader capace di parlare al popolo rimanendo però legata alla tradizione culturale e politica post-fascista che, spiegano, il partito non ha mai rinnegato. Proprio la leader FdI ha avuto il merito, sostiene l’editoriale, di prendere un partito fino a pochi anni fa relegato al 4% e trasformarlo in una forza politica che ha allargato il suo bacino di voti ben oltre la nicchia nostalgica del Ventennio. Un boom di consensi che ha conosciuto il suo apice proprio durante il governo Draghi, quando sono stati l’unica grande formazione a decidere di rimanere all’opposizione, arrivando a diventare il primo partito del Paese nei sondaggi. “Le elezioni anticipate, previste per l’autunno, potrebbero aprire la strada a Fratelli d’Italia per diventare il primo partito di estrema destra a guidare una grande economia dell’eurozona – si legge nell’editoriale – Per l’Europa e il Paese, sarebbe un vero e proprio evento sismico“.

Un successo, quello di Meloni, caratterizzato dalla capacità di “mescolare abilmente i timori legati al declino della civiltà ad aneddoti popolari sui suoi rapporti con Dio, Patria e famiglia. Conoscitrice della cultura popolare e appassionata di riferimenti a Tolkien, la signora Meloni si presenta come un politico vicino alla gente“. Ma non è solo questo il motivo del successo di Fratelli d’Italia, continua l’autore: ha anche il merito di aver portato alla luce “una rottura molto più ampia delle barriere tra il centrodestra tradizionale e l’estrema destra ribelle che si sta diffondendo in tutta l’Europa occidentale e in America. Fortemente indebitata, socialmente polarizzata e politicamente instabile, l’Italia è solo il Paese in cui il processo è più avanzato. Se vuoi sapere cosa potrebbe riservare il futuro, è un buon posto dove guardare”. E non è nemmeno la prima volta che il nostro Paese apre la strada a nuovi movimenti: “Fu il primo ad essere conquistato dai fascisti, cadendo in mano a Mussolini 100 anni fa. Nel dopoguerra ha aperto la strada alla Democrazia Cristiana, un centrismo accattivante che ospitava sia le forze conservatrici che quelle più socialmente orientate. Inoltre, ha ospitato innumerevoli innovazioni a sinistra“.

Il successo di Fratelli d’Italia ha infine trovato il suo compimento grazie alla situazione economica, sociale e politica nella quale il Paese è immerso ormai da decenni: “La crescita economica è rimasta piatta negli ultimi due decenni, mentre il debito pubblico incredibilmente alto ha impedito gli sforzi per rilanciare le fortune del Paese – si legge sul Nyt – La disoccupazione giovanile è costantemente elevata e la disuguaglianza regionale è profondamente radicata. In questa atmosfera di declino, dove la prosperità sembra poco plausibile, il messaggio di Fratelli d’Italia – ossia che la salvezza nazionale si trova solo nell’abiura dei migranti e nella difesa della famiglia tradizionale – ha trovato un pubblico ricettivo”. E non solo in Italia. Ad esempio, il partito Vox in Spagna considera la Meloni un’ispirazione, aggiungono.

In conclusione e per tutti questi motivi, l’autore riprende una frase del libro di Giorgia Meloni (che in realtà cita Ed Sheeran): “Se deve finire in un incendio, allora dobbiamo bruciare tutti insieme”. “Se l’estrema destra prenderà il controllo del governo, in Italia o altrove, sicuramente qualcuno di noi lo farà”.

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