Per la prima volta la Triennale di Milano ospita uno spazio espositivo che racconta la vita un popolo presente in Italia da oltre 600 anni, il popolo Rom e Sinti. Un popolo, come spiega il Movimento Kethane in un comunicato, ancora discriminato perché senza una legge che li riconosca come minoranza (unica delle 12 presenti).

Gli oggetti di vita quotidiana contenuti nel padiglione rappresentano persone e lavori , che hanno definito e definiscono l’essere di un popolo. La presenza alla Triennale vuole quindi celebrare modi di vita e aspettative per il futuro che si fondano sul riconoscimento specifico e la convivenza dignitosa che il movimento Kethane chiede da tempo affinché a Rom e Sinti venga riconosciuto lo status di minoranza storico linguistica. “Per la prima volta nella storia della Triennale di Milano – sottolinea la portavoce del movimento Kethane Dijana Pavlovic – la bandiera di Rom e Sinti sventola tra le bandiere di tutte le altre nazioni che partecipano all’esposizione. La bandiera di un popolo che non ha mai armato eserciti per conquistare una terra, una ‘nazione transnazionale’ di 12 000 persone che vive in tutti i paesi europei, parla tutte le lingue e ha tutte le religioni del mondo. La bandiera di un popolo che è riuscito a mantenere la propria lingua e la propria cultura, pur non avendo ne una scrittura né uno Stato”. La presenza alla triennale sembra proprio quindi un ulteriore passo verso il riconoscimento della minoranza, si legge ancora nel comunicato.

“Il padiglione Rom e Sinti alla Triennale di Milano è una grande conquista per noi, un passo importante – conclude Dijana pavlovic – per affermare il nostro posto e il nostro ruolo nelle società
europea e Italiana e mostrare quanto la nostra cultura contribuisce alla cultura europea. Spero anche che sia un altro passo verso il riconoscimento dello status di minoranza storico linguistica in
Italia. Nonostante l’articolo 6 della Costituzione italiana preveda la tutela delle minoranze e nonostante rom e sinti siano presenti sul territorio italiano da 600 anni, siamo l’unica minoranza
non riconosciuta in Italia”.

Alla presentazione dello spazio espositivo, al fianco di Dijana Pavlovic, ci sono il direttore della triennale Stefano Boeri e il sottosegretario agli Affari esteri Benedetto Della Vedova oltre all’Istituto Europeo di Cultura e d’Arte Rom ERIAC che ha curato e allestito il padiglione e l’artista Emilia Rigove.

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