Si notano ormai con sempre maggiore frequenza, sui notiziari europei, i segnali di una stanchezza, più psicologica che fisica, anche tra coloro che non sono direttamente coinvolti nelle stragi e nelle distruzioni di una guerra che, all’inizio, sembrava dovesse finire in fretta. Un po’ la paura (che il conflitto si allarghi), un po’ le complicate argomentazioni dei pacifisti, un po’ le reali problematiche indotte dall’inflazione generata dalla guerra, ma che incidono pesantemente anche in luoghi lontanissimi da quelli del conflitto “russo-ucraino”, fatto sta che la “stanchezza” si fa ormai sentire in Europa anche nei luoghi lontani dal conflitto.

Il pacifismo nostrano forse solo questo concepisce di questi tempi: una solidarietà eterea, fatta di compassione ideale, magari anche finanziaria, ma attenta a non sbilanciarsi troppo nei contatti con gli ucraini, che sono andati a “pestare i piedi” proprio ai vicini di casa più pericolosi, guidati da quel Putin, un ex sovietico di alto livello ora redento ad ideali più “nobili”: non più una società egualitaria senza classi, fortificata da Stalin dopo la vittoria sui nazisti e regolata dai Soviet, bensì il ritorno ad una nobiltà secolare già tracciata diversi secoli fa nel grande impero della santa madre Russia.

Putin ha già fatto ampiamente capire quali sono le sue reali intenzioni: quella che noi ci ostiniamo a chiamare “guerra” per lui è solo una “operazione speciale”. Che per chi non sa la storia vuol dire niente, ma nella “sua” storia vuol dire “adesso gli faccio vedere io, a quegli illusi, chi comanda qui. Se credono che gli occidentali faranno la guerra per aiutarli avranno ben presto qualche sorpresa!”. Visto quel che succede attualmente nel mondo libero e che ho già descritto qui sopra nel primo e secondo paragrafo, occorre ammettere che la previsione è sostanzialmente corretta. A parte l’avvio dell’invasione, tanto brutale nella forma quanto sconclusionato nella sostanza, c’è da pensare seriamente a quante probabilità potrebbe avere attualmente una qualsiasi mediazione (turca o di chiunque altro) per trattare qualcosa che non sia nella sostanza una resa totale degli ucraini.

Gli Usa non rischieranno una guerra atomica contro la Russia, staranno a guardare. L’Europa non ha esercito proprio, può muoversi solo tramite la Nato, ma la Nato può intervenire solo in difesa di una nazione ad essa aderente che viene attaccata. L’Ucraina non è nella Nato, quindi la Nato non può intervenire direttamente contro gli aggressori dell’Ucraina. L’Europa, sul piano energetico, dipende in gran parte dalla Russia, quindi le sanzioni commerciali escogitate per dissuadere i russi dal guerreggiare, nel breve termine (un anno), stanno facendo più male agli europei che ai russi. Putin, o chi per lui tra i suoi strateghi della guerra, avrà certamente fatto quasi esattamente tutte queste ipotesi prima di partire per questa guerra… ma anche gli strateghi americani hanno certamente previsto ogni punto di tutte queste teorie, senza poter poi far nulla per impedirlo. Forse speravano che Putin rinunciasse a “provarci”.

Finora però si è trattato di una strategia di breve periodo (pochi mesi), che normalmente dovrebbe avere già raggiunto il suo scopo con la disfatta degli ucraini. Una vittoria di Putin ottenuta in questo modo sarebbe però deleteria per gli europei e un grave smacco anche per gli americani. Quasi esattamente un secolo fa i nazisti guidati da Hitler cominciavano a pensare in grande, ad un futuro glorioso molto simile a quello cui Putin pensa adesso. Non si può concedere a Putin nessuna vittoria, nemmeno la più piccola, perché sarebbe di fatto un ritorno ai conflitti territoriali per il dominio sui territori e sulla gente. Ai russi mandati a morire per realizzare i sogni di Putin che non si realizzeranno mai bisogna semplicemente far sapere che non è con la guerra che staranno meglio, ma con la pace, e la Russia stessa potrebbe entrare a far parte, nel medio periodo, della grande Europa. Se non lo fa verrebbe risucchiata presto nell’area d’influenza della Cina.

Putin può vincere solo nel breve termine, nei tempi lunghi è destinato alla sconfitta. Fare ora una trattativa alle sue condizioni vorrebbe dire regalargli la vittoria. E sarebbe una sconfitta anche per l’Europa, non solo per gli ucraini! Chi potrebbe più dormire tranquillo con uno ai confini che pensa solo a quali nuove strategie adottare per resuscitare la grande Madre Russia invece che a costruire buoni scambi commerciali per la sua nazione e il suo popolo? Occorre aiutare gli ucraini a resistere il più possibile, Putin non può resistere a lungo.

Svegliati Europa! Non è la Russia il nemico, è solo Putin. Trattare con lui sarebbe una sconfitta certa, per l’oggi e per il domani.

Ps. Qualora, come è ampiamente temuto da molte fonti (per esempio Federico Rampini nel Coffee Break del 7 luglio 2022), Putin decidesse di fermare completamente le forniture di gas e petrolio ai paesi europei in contrapposizione alle sanzioni contro la sua guerra non dichiarata contro un paese suo confinante (l’Ucraina), che estende quindi il rischio di aggressione a tutta l’Europa, questa ulteriore minaccia alla libertà dei paesi europei assumerebbe de facto un ulteriore espansivo atto di guerra a tutta l’Europa delle democrazie e costringerebbe perciò all’intervento della Nato, che dovrebbe quindi dare un secco ultimatum alla Russia per fermare immediatamente (entro 48 ore) ogni sua presenza bellica su ogni territorio occupato arbitrariamente dopo il 23 febbraio 2022. Qualora questo ultimatum non venga rispettato o, attraverso trattative, immediatamente discusso, la Nato inizierà ogni azione necessaria a ristabilire la pace in Europa.

Secondo me questa sarebbe l’unica strada utile e necessaria a fermare questa guerra. L’alternativa sarebbe lo sgretolamento delle democrazie europee soffocate dalle loro stesse sanzioni che, nel breve periodo, non hanno sufficiente “mordente” per costringere Putin a fermarsi.

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