A un giorno dal voto dell’aula di Strasburgo, Kiev interviene a gamba tesa in favore del gas e del nucleare nel dibattito in corso sulla tassonomia verde, la lista delle attività economiche che secondo la Ue sono sostenibili dal punto di vista ambientale. Mercoledì mattina il Parlamento europeo è chiamato a votare la risoluzione di rigetto della proposta della Commissione, che include appunto la fonte fossile e l’atomo tra le fonti energetiche utili alla transizione ecologica e candidate ad avere l’etichetta Ue per gli investimenti verdi. Per il via libera dell’Aula serve la maggioranza assoluta, ovvero 353 eurodeputati. A scompigliare le carte è arrivata una lettera del governo ucraino firmata del ministro dell’Energia German Galushenko: la missiva, diretta alla presidente della commissione economica del Parlamento europeo, l’eurodeputata del Partito democratico Irene Tinagli, lamenta che “se dovesse passare l’obiezione all’atto delegato metterebbe in difficoltà la ricostruzione post bellica del settore energetico ucraino. La produzione di energia nucleare e la produzione locale di gas rimarranno una solida spina dorsale per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento energetico e la sovranità dell’Ucraina nel prossimo decennio (fino al 2030)”.

Sul no al gas e nucleare, ufficialmente, si sono schierati i Verdi, la sinistra di The Left e i Socialisti &Democratici. Il sì all’atto delegato della Commissione è invece sostenuto con compattezza dal gruppo Ecr, dal gruppo Id. A questi, stando alle ultime indiscrezioni, si deve aggiungere la maggioranza di Renew. Il capogruppo Stephane Sejourné si è detto convinto che la tassonomia passi ma, all’interno dei liberali, pesa il confronto tra la componente francese (la più importante), favorevole al nucleare e quella tedesca, tradizionalmente contraria. Divisioni che attraversano anche il Ppe, dove FI è nettamente schierata a favore dell’atto delegato mentre tra i tedeschi e gli olandesi permane più di un dubbio, con una componente decisa a votare no.

La lettera di Galushenko non potrà non avere un peso: le sue parole potrebbero far vacillare la tesi di chi sostiene che agevolando gli investimenti sul gas attraverso la tassonomia si fanno gli interessi innanzitutto della Russia. Non è un caso se la Lega ha subito colto la palla al balzo: “Davvero il Pd e le sinistre vogliono anteporre l’ideologia a queste esigenze reali, e votare anche contro le richieste del popolo ucraino?”, scrivono in una nota gli europarlamentari Marco Zanni (presidente gruppo ID) e Marco Campomenosi (capo delegazione). Tra i socialisti, l’appello di Kiev potrebbe aumentare la fronda pronta a votare no al rigetto della tassonomia, sebbene la capogruppo Iratxe Garcia Perez abbia assicurato che la linea ufficiale sia “nettamente maggioritaria nel gruppo”. Nel frattempo, parlando a nome della Commissione, la titolare del Servizi Finanziari Mairead McGuiness ha fatto professione di realismo: “Il gas non è una fonte verde ma gli Stati membri possono averne bisogno. E la tassonomia, in ogni caso, non obbliga nessuno a investire su gas e nucleare”, sono state le sue parole.

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