Il mio no a un accordo con Flavio Tosi? Se mi fossi apparentato con lui, avrei preso ancora meno voti. È chiaro che non esiste la prova contraria, ma lo sa chi conosce questa città e l’ha vissuta negli ultimi 5 anni, nonché nei 3 mesi di campagna elettorale. Le persone non avrebbero mai capito un accordo di palazzo, soprattutto contro Damiano Tommasi, che si presenta come una persona fuori da quel palazzo. Sarebbe stato ancor più nocivo e negativo”. Così, durante la diretta della Maratona Mentana, su La7, il sindaco uscente di Verona, Federico Sboarina, risponde a distanza a illustri esponenti del centrodestra che hanno stigmatizzato la sua ferma decisione di non apparentarsi con Forza Italia ai ballottaggi.

Sboarina aggiunge: “Chiedete sempre a me del mancato apparentamento, ma in tutti i capoluoghi mi risulta che nessuno l’ha fatto. Io ho fatto una scelta di coerenza e mi son preso le mie responsabilità. E rifarei questa scelta, perché in politica la somma non è una somma algebrica. È chiaro che il mio elettorato e quello di Tosi sono entrambi di centrodestra, ma nei miei confronti il terreno era stato marchiato parecchio, nel senso che in questi 5 anni l’opposizione principale io l’ho avuta da lì (Forza Italia, ndr), non dal centrosinistra“.

Il politico meloniano esclude che il risultato di Verona sia un ‘caso nazionale’ indicativo dello stato del centrodestra: “Sono dinamiche locali, anche perché la somma dei voti al primo turno per l’alleanza arrivava al 60%. Quello che arriva da Verona non è un caso, ma un monito a livello nazionale: se si va uniti con un programma coerente, si vince”.

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