“Mi chiamo Francesco, ho 16 anni. Ho deciso di intraprendere questo sciopero perché, come si può leggere nella lettera della comunità scientifica alla politica italiana, è urgente porre la crisi eco-sociale in cima all’agenda politica. Oggi, l’avvicinamento alle prossime elezioni diventa l’occasione per farlo concretamente”. Il 3 settembre 2022 alle 9:30 un giovane attivista di Ultima Generazione – il gruppo ambientalista di resistenza non violenza, legato a Extinction Rebellion – ha iniziato uno sciopero della fame davanti al Teatro alla Scala di Milano. Si tratta della prima di un ciclo di azioni, con le quali gli attivisti intendono chiedere ai leader dei principali partiti politici, Enrico Letta, Giorgia Meloni e Matteo Salvini, di inserire “l’emergenza eco-climatica nella propria agenda politica in modo concreto e tangibile”.

“Secondo Naom Chomsky (filoso e scienziato), la crisi eco-sociale è ‘la più grande imposizione di sofferenza e di ingiustizia che l’umanità abbia mai dovuto affrontare’. Ed è così, perché condanna a morte milioni di persone” afferma in una lettera Francesco, studente del liceo scientifico di Pavia. Appassionato di matematica, biologia e studente sin da piccolo di violoncello, ha deciso di intraprendere lo sciopero perché l’emergenza climatica non impedisca a lui e a tutta la sua generazione “di vivere una vita normale, in una casa normale, con una famiglia normale e di avere un lavoro normale”. Insieme agli altri membri di Ultima Generazione ha consegnato una lettera a Letta, Meloni e Salvini. Devono “occuparsi del collasso ecoclimatico come primo punto delle loro agende politiche. È l’unico tema che riguarda tutte le persone, senza distinzione!”.

In particolare il gruppo chiede a chiunque si insedi a Palazzo Chigi di interrompere, entro un mese, la riapertura delle centrali a carbone dismesse e cancellare il progetto di nuove trivellazioni per la ricerca ed estrazione di gas naturale. E di organizzare un incontro pubblico, aperto a cittadinanza e giornalisti, sull’argomento. “Non ci fermeremo dopo tre giorni – si legge nel comunicato stampa diffuso da Ultima Generazione – Proseguiremo lo sciopero della fame a Milano financo all’ospedalizzazione e lo porremo all’attenzione della cittadinanza e della stampa”.

Secondo gli attivisti nonostante le “centinaia di ore, migliaia di parole spese nei comizi” la crisi climatica non è ancora trattata con l’urgenza necessaria. La siccità del Po, il distacco allarmante del ghiacciaio della Marmolada e gli eventi estremi che colpiscono l’Italia, con la perdita dell’80% dell’olio extravergine di oliva e del 95% del miele – secondo il report “2021 Effetto clima – L’anno nero dell’agricoltura italiana” WWF 2021 – “sono fatti inconfutabili dai quali partire a parlare di un’emergenza già in corso”. Anche gli impegni per “famiglie, imprese, lavoro e dovere” – continua Ultima Generazione – sono vuoti, se non si considera l’urgenza della crisi climatica e i suoi effetti a livello sociale, con le disparità in aumento. “Non ci saranno famiglie, imprese e lavoro come li intendiamo oggi – concludono gli attivisti – perché su un pianeta dove la nostra attività invasiva sta esaurendo le risorse anche le persone, le relazioni e gli equilibri si stravolgono”.

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