Televisione

Non è l’Arena, Massimo Giletti replica alle critiche: “A Mosca perché volevo conoscere il punto di vista del nemico, nessuno deve insegnarmi come fare le cose”

Sette giorni dopo la messa in onda della discussa puntata da Mosca, il giornalista torinese replica in diretta su La7 alle polemiche che lo hanno travolto: "Ho un unico editore che si chiama Cairo, ma ho un editore ancora più importante che siete voi: ecco perché ho detto 'risponderò in tv'". Poi il botta e risposta con Sallusti: "Non c’è bisogno di andare a Mosca per capire che stanno facendo una guerra. Hai intervistato la portavoce del ministro degli esteri. Cosa volevi che ti dicesse?"

di Giuseppe Candela

Massimo Giletti cita il commento critico di Repubblica all’intervista che nel 1989 Enzo Biagi fece al boss Luciano Liggio: “Sono ben conscio dei miei limiti e non mi paragono a Biagi ma il punto interessante è che Biagi venne attaccato perché aveva fatto una cosa molto difficile, venne criticato perché chi si espone è sempre oggetto di attacchi. Avevo messo in preventivo che andando in Russia mi sarei potuto esporre a critiche”, spiega il conduttore di “Non è l’Arena“. Sette giorni dopo la messa in onda della discussa puntata da Mosca, il giornalista torinese replica in diretta su La7 alle polemiche che lo hanno travolto: “Ho un unico editore che si chiama Cairo, ma ho un editore ancora più importante che siete voi: ecco perché ho detto ‘risponderò in tv’. Non ho mai fatto programmi da salotto, sarebbe troppo facile, sono sempre andato a cercare qualcosa di diverso. Solo noi, con la Verità di Belpietro, siamo andati a cercare lo scandalo delle mascherine, poi ci sono venuti tutti dietro. Noi abbiamo fatto la battaglia contro le scarcerazioni: sono rimasto isolato e sono finito sotto scorta. So benissimo che ci si può esporre, ci sta. Ma il punto è uno solo, è utile o non è utile sentire il pensiero del nemico? Nessuno nega che la Russia sia entrata con i carrarmati in una nazione sovrana, ma ascoltare dall’altra parte cosa dicono e cosa pensano, lo fa il Corriere della Sera, Repubblica, tutti i giornali e le tv nel mondo”.

Giletti ribadisce l’importanza dell’ascolto delle ragioni altrui: “Quando Zakharova mi diceva, scusate voi occidentali non siete andati a fare guerra in Libia? E i russi sono stati a guardare. E così in Iraq, con la scusa delle armi letali di Saddam, era tutto falso, ma eravamo noi occidentali e quindi andava tutto bene. E ancora, quando abbiamo attaccato la Serbia, i russi sono stati a guardare. Ecco, quando la Zakharova dice questo, lo dice perché nella loro mentalità quell’area è loro, di loro competenza, di loro posizionamento, per me sbagliando, ma è il loro pensiero. Quando ci dice dove siete voi, l’Europa, Macron, Draghi, perché chi conta è Biden, dice una cosa vera o falsa? Non mi sembra di fare propaganda, ma di raccontare il loro modo di pensare“.

Ho deciso di andare a Mosca perché volevo conoscere il punto di vista del nemico: questo è utile per il pubblico? Penso di sì, visto che in base a un recente sondaggio Ipsos il 41% degli italiani pensa che l’informazione sia sbilanciata pro Ucraina”, ha aggiunto il volto della settima rete in apertura di puntata rivolgendosi poi ai colleghi che hanno criticato il suo operato: “Andare dall’altra parte ha questo senso, non vuol dire giustificare, capire però. Nessuno di noi ha mai giustificato lo scempio orribile di questa guerra voluta dalla Russia contro l’Ucraina. Ho 60 anni – sottolinea Giletti, dopo aver aperto la puntata citando Enzo Biagi – e non intendo dare lezioni di giornalismo a nessuno, ma nessuno deve insegnare a me come fare le cose, specie i colleghi che stanno nei palazzi e che fanno da megafono ai palazzi del potere. Sono stato francescano? Forse sì, ma bisogna anche tenere conto del fatto che il mio spirito era dialogare, ero in Russia, il mio atteggiamento era giustamente lo spirito di San Francesco.”

Ospite in collegamento Alessandro Sallusti, il direttore di Libero aveva abbandonato per protesta la trasmissione in diretta: “La7 domenica è diventata la terza rete nazionale, ha fatto un record, questo non è banale. Il pubblico voleva capire”, ha spiegato il padrone di casa. Con la replica immediata di Sallusti: “Sono contento che tu l’altra sera hai fatto il record d’ascolti, ma qui non siamo a Ballando con le stelle dove è importante intrattenere il pubblico. Da te si parla di cose maledettamente serie”. Un duello durato per qualche minuto, con una nuova stoccata dell’ospite sulla presenza in puntata di Maria Zakharova, direttore del dipartimento informazione e stampa del Ministero degli esteri della Russia, nonché portavoce di Lavrov: “Non c’è bisogno di andare a Mosca per capire che stanno facendo una guerra. Hai intervistato la portavoce del ministro degli esteri. Cosa volevi che ti dicesse? L’altra sera mi sono trovato in un mega spot di Putin contro l’occidente e contro di te che sei l’unico giornalista europeo che si ostina in buona fede a cercare di capire le loro ragioni, anche se mi pare di capire che pure stasera i cattivi siamo noi. Noi ne abbiamo fatte tante di cose brutte, ma sono convinto che la bilancia che pesa il livello di libertà e civiltà penda ancora pesantemente dalla nostra parte. Li abbiamo abituati troppo bene: possono insultarci gratis e noi dobbiamo stare zitti. Io non sono stato zitto, gliel’ho detto”, le parole chiare di Sallusti.

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