Bper travolta dai realizzi a Piazza Affari dopo la presentazione di un piano industriale al 2025 che prevede corposi dividendi a fronte di un taglio degli sportelli e dei dipendenti. L’istituto che ha appena rilevato l’80% del capitale di Carige è stato maglia nera del Ftse Mib, lasciando sul terreno il 12,9% in una giornata segnata di per sé dalle vendite causa una Bce aggressiva sui tassi e incerta sul contenimento dello spread.

Il piano stima che sia possibile realizzare un utile netto di 800 milioni al 2025, con la distribuzione nel corso del quadriennio di dividendi per almeno un miliardo di euro e il mantenimento di “un’elevata solidità patrimoniale”. Di pari passo arriveranno la chiusura di 600 filiali – il 29% della rete, l’equivalente di quelle acquistate da Ubi – e 3.300 uscite, compensate in parte da 1.450 assunzioni che andranno a rafforzare la banca nelle aree di sviluppo, come la bancassurance, il wealth management (con un futuro polo che graviterà attorno a Banca Cesare Ponti), l’investment banking, l’It e i dati (su cui sono previsti investimenti per mezzo miliardo), l’area degli investimenti “sostenibili” Esg. Il segretario generale di First Cisl Riccardo Colombani ha chiesto che il saldo tra entrate e uscite previsto dal piano venga migliorato nel confronto che si aprirà con i sindacati: “Consideriamo preoccupante il ridimensionamento della rete commerciale attraverso la chiusura di circa 600 filiali in arco di piano. Gli investimenti per 500 milioni sull’IT e su nuovi modelli di servizio, di per sé positivi, devono essere finalizzati a migliorare le procedure organizzative ed a mantenere il legame con la clientela, che va introdotta con gradualità all’utilizzo del digitale”.

“Siamo costretti” a chiudere sportelli, ha detto l’ad Piero Luigi Montani, perché sono “sempre meno affollati e per noi rappresentano dei costi improduttivi“. Con gli sportelli Bper cederà la piattaforma di recupero degli npl, con inclusi 2,5 miliardi di crediti deteriorati (ci sono già “4-5 manifestazioni di interesse”), così da mettersi al riparo da possibili aumenti dei flussi in caso di peggioramento della situazione macro. Dalle cessioni di asset non core entrerà mezzo miliardo che rafforzerà il patrimonio (il Cet1 sarà superiore al 13%) e finanzierà gli investimenti.

Alla crescita dovrebbe contribuire con sinergie per 155 milioni di euro Carige la cui integrazione occuperà tutto quest’anno e almeno buona parte del prossimo, con la fusione da chiudere “entro fine novembre” per incassare gli incentivi fiscali del governo. L’ad ha chiuso la porta, almeno fino alla fine del 2023, a pensieri su Mps o sulla Popolare di Sondrio. “Siamo già grandi, abbiamo raggiunto una dimensione che ci consente di fare economie di scala, poi vedremo se ci sono delle altre soluzioni ma oggi è prematuro parlarne e ci porterebbe fuori strada”.

Exane Bnp Paribas spiega il calo in Borsa con possibili prese di beneficio dopo la corsa del titolo nelle ultime settimane e Kepler Cheuvreux giudica la politica di remunerazione degli azionisti inferiore alle attese, mentre gli obiettivi di utile 2024-2025 sono “ben al di sopra” delle sue stime, ferme a 597 milioni nel 2024 e a 660 milioni nel 2025.

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