“Confermiamo il nostro impegno per la tutela dei minori e la prevenzione degli abusi. Vogliamo ambienti sicuri e a misura dei più piccoli e vulnerabili”. Nella sua ultima prolusione da presidente della Cei, il cardinale Gualtiero Bassetti ha tracciato un bilancio del suo mandato quinquennale. Il porporato, che ha superato gli 80 anni e che lascerà anche la guida dell’arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve, ha affrontato il tema della pedofilia che ha segnato particolarmente gli ultimi anni della sua presidenza. “Intendiamo promuovere – ha spiegato Bassetti – una migliore conoscenza del fenomeno degli abusi per valutare e rendere più efficaci le misure di protezione e prevenzione”. Al nuovo presidente toccherà guidare l’assemblea generale della Cei che dovrà decidere se avviare una commissione indipendente sulla pedofilia del clero anche in Italia, sulla scia delle esperienze analoghe realizzate all’estero, così come chiesto da numerose associazioni che rappresentano le vittime degli abusi.

Il cardinale ha ricordato, inoltre, che “in questo preciso momento sono tante e delicate le questioni su cui la politica è chiamata a decidere, come il coinvolgimento del nostro Paese nella guerra in corso in Ucraina, l’applicazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il sostegno economico alle famiglie e alle imprese, la questione del Mezzogiorno, l’ambiente, l’immigrazione, il fine vita”. E ha aggiunto: “Il credente oggi più che mai deve accettare il rischio della carità politica, sottoposta per sua natura alle lacerazioni delle scelte difficili, alla fatica delle decisioni non da tutti comprese, al disturbo delle contraddizioni e delle conflittualità sostenibili, al margine sempre più largo dell’errore costantemente in agguato. Il politico cristiano imbocca la strada da Gerusalemme a Gerico, non passa oltre per paura di contaminarsi, non si rifugia nei suoi affari privati. È un mestiere difficile, non c’è dubbio: non solo perché non deve assolutamente clericalizzare la politica, ma perché deve anche evitare qualunque forma di integralismo, che ridurrebbe il messaggio evangelico ad una ideologia sociale. L’esercizio della politica resti ‘laico’”.

Il porporato ha anche evidenziato che “una Chiesa in ascolto dello Spirito è anche una Chiesa che, quando necessario, sa disturbare i governanti, chiedendo di tenere alto il livello della discussione, di uscire dalle logiche esclusivamente economiche e di mettere al primo posto la dignità della persona, di ogni persona. A questo proposito, è opportuno e mi fa piacere sottolineare alcuni dati che Caritas Italiana ha reso noto di recente. In particolare, rilevo che le diocesi italiane, attingendo ai fondi diocesani, stanno svolgendo attività di accoglienza e integrazione: ad oggi 148 diocesi hanno accolto quasi 11mila ucraini, di cui circa 5mila minori”.

Bassetti ha ricordato, inoltre, le stragi mafiose del 1992: “Il nostro Paese è ricco di testimoni spesso silenziosi ed efficaci del Vangelo. Proprio in questi giorni, a distanza esatta di trent’anni, stiamo commemorando i morti delle stragi di Capaci e di via d’Amelio, in cui hanno tragicamente perso la vita i giudici Falcone e Borsellino, insieme con altri familiari e servitori dello Stato. Questa è l’occasione per fare memoria anche di Rocco Chinnici, Piersanti Mattarella, Rosario Livatino, don Pino Puglisi e di tanti altri martiri della giustizia. A tutti loro si addice la beatitudine che Gesù annuncia nel discorso della montagna: ‘Beati i perseguitati per la giustizia, perché di essi è il regno dei cieli’. Dal loro sacrificio, cosciente ed eroico, è nato un atteggiamento nuovo di condanna chiara delle mafie, che ha inciso anche nella vita di tutti noi come credenti e come cittadini. Falcone e Borsellino sono diventati ‘padri di una nuova generazione’, smuovendo le coscienze soprattutto dei giovani”. Il presidente uscente della Cei non ha mancato, infine, di ribadire che “è tempo di valorizzare la dimensione femminile della Chiesa attraverso scelte concrete, che legittimino il ruolo che tante donne già svolgono in vari ambiti dalla catechesi alla carità. È tempo di compiere scelte nuove per consentire un coinvolgimento maggiore delle donne nella vita della Chiesa”.

Twitter: @FrancescoGrana

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