Beata Vergine Maria, Figlia del tuo Figlio,

a Te mi rivolgo, Madre amatissima ma inascoltata da tutti noi pessimi figli tuoi ma ascoltata da Nostro Signore Gesù che, controvoglia, hai costretto persino a trasformare l’acqua in vino alle Nozze di Cana, per semplice Amore ed Obbedienza.

Tu, Madre ebrea e non napoletana, ti preoccupasti di non rovinare la gioia e la Festa di amici che evidentemente ti erano cari con discrezione ma con decisione sapendo che Gesù ti avrebbe ascoltato.

Non era preoccupazione della forma, ma di tutelare la sostanza di un momento di gioia che tale doveva rimanere almeno per quel giorno, che chissà perché, ho sempre immaginato che fosse di maggio, il mese di norma ovunque più bello dell’anno, e che a Napoli è ancora più bello che altrove.

Durante gli Esercizi Spirituali dai Padre Gesuiti, di norma si cominciava proprio con la meditazione sulle Nozze di Cana e sulla devota ed assoluta Obbedienza di tuo Figlio che doveva essere di modello ed ispirazione per ognuno di noi, loro allievi. Io, distraendomi, non riuscivo a non pensare che a Gesù era andata proprio bene avere una Madre ebrea e non napoletana, perché pensavo che se avesse avuto una mamma napoletana, come era la mia, forse avrebbe dovuto trasformare pure i torsoli di frutta in bomboniere. E io non so se avrei obbedito comunque.

Noi a Napoli guardiamo troppo la forma, i colori, l’apparenza e mai troppo la sostanza, un poco per tutto, e non siamo per niente bravi a dare le priorità giuste sia alle nostre conoscenze che alle nostre azioni: ci facciamo ammazzare per uno sfottò ad una partita di calcio (“Vesuvio, lavali col fuoco!”) e non battiamo ciglio, non diciamo una sola parola di protesta se proprio sotto al Vesuvio, in piena zona rossa, ci facciamo rimpinzare di depositi di benzina per milioni e milioni di litri di benzina, impianti enormi di depositi di GPL e Gas naturale per centinaia di miglia di tonnellate di gas tossici ed esplosivi proprio di fianco ai nostri Ospedali più grandi, confinanti con il nuovo prossimo Ospedale Pediatrico a Napoli est, sempre in zona rossa e sempre di fianco a tutti questi impianti. Tutti zitti, tutti a fidarci della parola sacra ed inviolabile dei nostri imprenditori: “Imprendito’, comm’e’ sicuro l’impianto?” “E’ sicuro, cchiu’ sicuro ‘e casa vosta!”….e tengono pure ragione…

State facendo gli straordinari da almeno 70 anni, Tu, Gesù, San Gennaro e tutti i Santi e le Sante del Paradiso, compresi ovviamente i nostri 52 compatroni della Città per evitare che “lo sterminator Vesevo” non faccia neanche una “sputazzella” di eruzione, con minimo di lava e ceneri perché, tra tremila anni, forse, in queste condizioni, chi cercherà testimonianze di una città perduta e dei suoi abitanti al Porto di Napoli est potrebbe non trovare neanche i calchi come a Pompei, e perderanno anni a cercare di spiegarsi cosa possa essere accaduto di cosi catastrofico perché tanto catastrofica l’eruzione non era stata.

Beata Vergine Maria, Madre Nostra, anche di noi figli napoletani ignoranti, stupidi e creduloni, tu che a fine 800 hai liberamente scelto di entrare a Pompei proveniente da un basso di Napoli su un carro di letame, merda di cavallo presa per le strade di Napoli e usata per concimare i fertilissimi campi di Pompei e che, anche solo per questo, meriti di essere chiamata “Nostra Signora del Compostaggio”, aiutaci ad aprire gli occhi e a comprendere come e dove si nasconde l’insidia di chi vuole risolvere tutti, ma proprio tutti gli irrisolti problemi della munnezza, soltanto con gli inceneritori, anzi, con i maxi-inceneritori.

Quando il Vescovo di Acerra Monsignor Giovanni Rinaldi tuonava contro il maxi inceneritore di Acerra in costruzione “Dio ricicla, il Diavolo brucia!” è stato zittito ed umiliato, e insieme a lui il popolo di Acerra il 29 agosto del 1984 picchiato ed umiliato colpevole di Sindrome Nimby grave. Oggi godiamo di un maxi inceneritore ma nella sola Acerra, che da solo ne vale 9 medi europei, costato oltre 350 milioni di ben oltre 15 anni fa, che rende ai Comuni di Milano e Brescia oltre 4 euro al giorno per ogni cittadino di Acerra ma ne ristora per il danno alla salute non più di 0.20 cent ad ogni cittadino di Acerra. Nessuno ad Acerra deve neanche saperlo, soprattutto in questa orribile campagna elettorale di maggio 2022. Oggi comunque neanche il maxi inceneritore di Acerra basta più per tutelarci dall’enorme eccesso di munnezza che produciamo, perché, come i dati dicono inoppugnabilmente ma tutti i responsabili si guardano bene dal riferire ai cittadini campani, la stragrande maggioranza della munnezza che produciamo negli ultimi dieci anni non è certo più munnezza urbana ma sono rifiuti speciali, industriali e tossici, della cui reale quantità, pessimo smaltimento ed assoluta assenza di tracciabilità certificata nessun cittadino né campano né italiano deve neanche minimamente essere correttamente informato.

Madre Nostra, Madre mia, io sono arrabbiato, sto malissimo ogni giorno perché vedo che questo mondo vola verso il suicidio sempre più velocemente con le guerre e la distruzione dell’Ambiente, ma quello che più mi fa male è che vola verso il suicidio per il silenzio assoluto di chi sa e preferisce non parlare per farsi qualche soldino di incarichi o Pnrr. Forse magari saranno anche tanti soldini, ma quando l’ultimo fiore sarà reciso, l’ultima acqua di fiume sarà inquinata, l’ultima terra sarà avvelenata dal radioattivo, dalle bombe, dai rifiuti tossici e dai pesticidi, allora almeno ci accorgeremo finalmente tutti che il denaro non si mangia. Ma sarà troppo tardi!

Perdona la mia rabbia, il mio dolore, la mia superbia di pensare di potere combattere questo scempio. Finché ho vita, Madre mia, “per amore del mio Popolo” almeno io non tacerò.

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