A marzo 2022, nonostante l’invasione russa dell’Ucraina e l’inflazione galoppante, il mercato del lavoro italiano ha continuato a crescere: il numero di occupati, stando ai dati Istat, ha superato il livello pre pandemia toccano i 23.040.000. I lavoratori a tempo indeterminato sono aumentati di 103mila unità rispetto a febbraio, quelli a termine di 19mila mentre gli autonomi sono diminuiti di 41mila. Gli occupati precari salgono così a quota 3.159.000, il livello più alto dal 1977, data di inizio delle serie storiche. Nel confronto su base annua i “posti fissi” sono 312mila in più, quelli precari salgono di 430mila.

La crescita dell’occupazione a marzo è stata trainata dalle donne con 85mila occupate in più sul mese e 442mila su marzo 2021 mentre gli uomini registrano 4mila occupati in meno su febbraio e 362mila in più su marzo 2021. Il tasso di occupazione femminile sale così al 51,2 con un aumento di 0,5 punti su febbraio e di 2,9 su marzo 2021. Le donne occupate sono 9 milioni 776mila. In sintesi cresce l’occupazione, soprattutto femminile a tempo indeterminato e tra i 25 e i 34 anni.

La disoccupazione (la quota di persone in età lavorativa che cercano un lavoro e non lo trovano, ndr) è scesa all’8,3% dall’8,5% di febbraio, tornando sui livelli del 2010. Rispetto al marzo 2021 la flessione è dell’1,8%. Aumenta contestualmente il numero degli occupati che sono stati 81mila in più rispetto a febbraio e 804mila in più nel confronto con l’anno prima. Il tasso di occupazione (le persone che lavorano sul totale di quelle in età lavorativa) sale così al 59,9%, il valore più alto almeno dal 2004. Il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (persone che non hanno e non cercano un lavoro, ndr) diminuisce di 72mila unità, con un calo spalmato su tutte le età. Il tasso di inattività scende al 34,5% (-0,2 punti). Rispetto a marzo 2021 gli inattivi diminuiscono di 747mila unità.

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