Lo scorso marzo la Cina ha più che raddoppiato le importazioni di carbone dalla Russia da destinare alla produzione dell’acciaio. Pechino si è procurata il carbone a forte sconto, approfittando della decisione di molti paesi occidentali (da agosto anche l’Unione europea) di smettere di acquistare questo combustibile dalla Russia a causa della guerra in Ucraina. Come riporta l’agenzia Bloomberg ,secondo i dati doganali cinesi, le importazioni di carbone da coke dalla Russia sono salite a 1,4 milioni di tonnellate a marzo, rispetto alle 550mila tonnellate dello stesso mese dell’anno scorso e agli 1,1 milioni di tonnellate di febbraio. Le importazioni di carbone termico, utilizzato per la produzione di energia, sono invece diminuite poiché il clima mite ha frenato la domanda e la Cina ha aumentato la produzione interna. Sebbene i prezzi del carbone russo siano leggermente aumentati nell’ultimo anno, sono ancora ben al di sotto rispetto al carbone provenienti da altri fornitori, come l’Indonesia e la Mongolia.

Quello destinato agli impianti siderurgici è un carbone di elevata qualità che deve garantire un’alta resa termica e di cui la Cina è piuttosto carente. In generale Pechino sembra intenzionata a non rinunciare all’import di prodotti energetici dalla Russia. L’import di petrolio di marzo è stato più basso di un anno fa ma in aumento rispetto a febbraio raggiungendo le 6,4 milioni di tonnellate. Molte raffinerie si stanno rifornendo di petrolio russo, venduto anch’esso con uno sconto di 10-20 dollari al barile. I carichi russi di gas liquido in consegna a maggio sono già tutti prenotati. Si arriva al paradosso per cui la Cina compra gas dalla Russia e si accorda con l’Europa per consegnarle quello di altra provenienza. Operazione che per l’Ue, alla ricerca di fornitori alternativi, si traduce però in fortissimi sovrapprezzi.

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