Un elefante costretto in un container di dimensioni ridotte per la sua mole, giusto lo spazio per stare in piedi, immobile e al buio. A pochi giorni dalla sentenza con cui il Tribunale di Tempio Pausania ha condannato i titolari del circo Martin – ritenuti responsabili del maltrattamento di zebre e cammelli, leonessa, cavalli e dromedari – in Sardegna scoppia una nuova polemica per la presenza degli animali in un circo. Quello su cui campeggia la scritta Orfei, presente a Iglesias, città della costa sud occidentale dell’isola a cinquanta chilometri da Cagliari.

LA SEGNALAZIONE AL NIRDA. A scatenare la rivolta di un gruppo di cittadini è, in particolare, il caso di un elefante costretto in un container che appare troppo piccolo per la sua stazza. Scena che non è sfuggita ai tanti che passavano nei pressi dei tendoni allestiti a ridosso dell’area su cui si affacciano alcuni istituti scolastici superiori e attività commerciali. Tanto che qualcuno ha subito inoltrato una segnalazione al Nirda, il nucleo investigativo della Forestale dello Stato per i reati a danno agli animali, corredandola di video e fotografie e con una richiesta precisa: verificare il rispetto delle norme a tutela degli animali presenti e facenti parte del circo Orfei. “L’animale in questione è stato ripreso mentre viene rinchiuso in uno spazio di dimensioni ridotte e al buio, pur non dovendolo spostare in quanto il circo rimarrà a Iglesias almeno fino al prossimo 19 aprile”, si legge nella nota che verrà inviata anche ai Carabinieri del servizio Cites, che si occupa di specie protette e nell’isola tiene costantemente d’occhio le attività circensi.

LA MOZIONE. In attesa di sapere se la segnalazione porterà all’avvio di un accertamento sulle condizioni degli animali, negli uffici del Comune di Iglesias è già stata protocollata una mozione con la quale si evidenzia la necessità di mettere in atto ogni iniziativa che vieti su tutto il territorio comunale circhi e spettacoli viaggianti con animali. “È evidente come la vita degli stessi in queste attività sia difficilmente compatibile con le loro naturali caratteristiche – dice Alberto Cacciarru, capogruppo di una lista civica che ha promosso l’iniziativa da condividere con il Consiglio – l’addestramento e l’esibizione in spettacoli circensi comportano spesso sofferenza e vere e proprie forme di maltrattamento. Peraltro i circhi senza animali sono sempre più apprezzati”.

NORMATIVA DA CAMBIARE. Il sindaco Mauro Usai negli anni scorsi aveva firmato un’ordinanza vietando gli spettacoli circensi con animali (usando, come stratagemma per evitare ricorsi, la motivazione della mancanza di opportune aree per l’attendamento e l’impatto negativo sulla viabilità cittadina) ma questa volta non ha rinnovato il provvedimento. “Non ho firmato una nuova ordinanza perché gli uffici non mi avrebbero potuto dare il parere di regolarità amministrativa – dice Usai – Premesso che sono totalmente contrario e non li vorrei, ho anche il dovere di rispettare le norme, evitando di causare danni alla stessa amministrazione in caso di ricorsi. Il problema vero è che manca una norma nazionale precisa: non si può lasciare, di volta in volta, la questione nelle mani dei sindaci. Bisogna adottare provvedimenti legislativi chiari e coraggiosi”.

LA CONDANNA DEL CIRCO MARTIN. Le indagini che hanno portato alla condanna dei titolari del circo Martin (presente nel 2014 ad Arzachena) sono state effettuate dai Carabinieri del servizio Cites. I titolari, Eusanio Martino e Adam Caroli, sono stati condannati a 4 mesi di reclusione e al pagamento della provvisionale di 5mila euro in favore della Lav nonché al risarcimento del danno da definire in sede civile. Fu proprio la Lega anti vivisezione a depositare una denuncia alla Procura gallurese che dispose il sequestro di tutti gli animali del circo: ippopotamo, cammelli, dromedari, leonessa, cavalli, bovini, pappagalli e zebre in condizioni considerate incompatibili con il benessere animale. Sia per quanto riguardava la nutrizione e la detenzione in gabbie anguste, ma anche per lo stato di solitudine, le fatiche insopportabili e l’assenza di arricchimento ambientale.

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