Un tentativo lo vuole fare anche l’ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder. Grande amico di Vladimir Putin, ripudiato in Germania per non aver preso le distanze dal Cremlino dopo l’invasione dell’Ucraina, lunedì è volato a Istanbul per incontrare una delegazione ucraina, poi ha atteso due giorni ed è partito verso Mosca per incontrare il presidente russo e provare a mediare. A svelare i retroscena è Politico, che cita una fonte strettamente coinvolta in questa prova di negoziato. Perché di questo si è trattato, stando al racconto del quotidiano: Kiev avrebbe chiesto a Schröder di tentare di trattare con Putin per ottenere almeno un cessate il fuoco. Un’iniziativa gestita da Rustem Umerov, parlamentare e membro della delegazione ucraina che ha partecipato ai colloqui in Bielorussia. Ma di cui Berlino non era a conoscenza, almeno stando alla ricostruzione della Bild: una versione corroborata dal “non intendo commentare” con cui l’attuale cancelliere Olaf Scholz ha risposta a una domanda dei cronisti a margine del summit europeo di Versailles.

Schröder, d’altronde, è ancora uno dei pochi a poter essere ricevuto da Putin a Mosca: è presidente del consiglio di sorveglianza del colosso petrolifero Rosneft, é in prima linea nel progetto di gasdotto Nord Stream 2 e non ha rinunciato al suo prossimo ingresso nel consiglio di sorveglianza di Gazprom. Tutti incarichi che non ha voluto rinnegare nemmeno dopo l’attacco russo a Kiev, nonostante in Germania sia da settimana sotto forte pressione. L’ex cancelliere, invece, è intervenuto una sola volta pubblicamente sul conflitto, limitandosi a chiedere la fine della guerra prima possibile ma senza arrivare a condannare il presidente Putin. Un atteggiamento che gli è valso molte critiche, ha spinto alcuni tra i suoi più fedeli collaboratori a dimettersi dagli incarichi che svolgevano al suo fianco e ha portato la Spd a formulare un vero e proprio ultimatum nei suoi confronti.

I legami con Mosca però sono ben saldi, risalgono a poco dopo il 2005, quando Schröder lasciò la cancelleria dopo ben 7 anni. Da allora ha avuto una redditizia carriera da lobbista sempre nell’ambito dell’energia, culminata con il progetto del Nord Stream 2, recentemente congelato dal governo tedesco come prima risposta alle minacce (poi diventate reali) di Putin. Proprio per queste ragioni, però, il governo ucraino avrebbe individuato in Schröder la persona adatta per tentare di costruire “un ponte” con Putin, scrive Politico. I primi contatti venerdì scorso, poi in viaggio in Turchia per incontrare Umerov e ricevere da Kiev i punti chiavi sui quali discutere con Putin. Infine, il viaggio verso Mosca posticipato a mercoledì.

Secondo il resoconto di Politico, è stato addirittura il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy a fare il nome di Schröder per cercare la via del negoziato con il Cremlino. Fonti citate dal quotidiano Bild assicurano però che tali iniziative non sono state concordate con il governo del cancelliere Olaf Scholz, che non ne sarebbe stato neppure informato, come d’altra parte il Partito socialdemocratico di appartenenza di Schröder. “Non intendo commentare”, è stata la laconica replica di Scholz a chi gli chiedeva un commento sulla missione del suo predecessore. Tra le cancellerie europee è molto più in voga il nome di un’altra ex cancelliera, Angela Merkel, come possibile mediatrici. Chissà che non sia invece Schröder, che conosce bene gli interessi (almeno economici) in gioco e il presidente Putin, a riuscire a trovare un primo appiglio per far partire davvero i negoziati.

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