Roberto Toledo, editorialista del giornale online messicano Monitor Michoacán, è stato assassinato lunedì 31 gennaio a Zitacuaro, nello stato occidentale di Michoacan. Il giornalista si stava preparando a registrare una videointervista quando tre persone lo hanno avvicinato e gli hanno sparato con un colpo di pistola. A darne notizia su Facebook è Armando Linares, il direttore del sito per cui Toledo lavorava, il quale spiega che doveva incontrarlo per un appuntamento nel suo ufficio. “Venti minuti prima gli avevo detto per telefono che ci saremmo incontrati in ufficio per intervistare una persona – ha detto Linares – . Sono stato trattenuto un po’ e lui è arrivato prima di me, è entrato e ha chiuso la porta, ma quasi subito gli hanno suonato”. I pubblici ministeri nello stato occidentale di Michoacan hanno affermato che stavano indagando sul caso nella città di Zitacuaro. L’ufficio del procuratore di Stato di Michoacan ha riferito, in una dichiarazione, che Toledo è morto per le ferite riportate in un ospedale.

La testata, per la quale Toledo lavorava da due anni, si occupa di temi delicati: tre comunità indigene stanno organizzando una forma di autogoverno, sul territorio è attiva la criminalità organizzata e c’è disboscamento illegale e corruzione nel governo locale. In un videomessaggio che annunciava la morte del giornalista, Linares ha riferito che i dipendenti della pubblicazione ricevono minacce di morte da mesi, accuse che ha messo in relazione con i servizi realizzati sui casi di corruzione. “Per aver denunciato amministrazioni corrotte, funzionari e politici corrotti, questo ha portato alla morte di uno dei nostri colleghi”, ha detto Linares. “Il team di Monitor Michoacan ha subìto settimane, mesi di minacce di morte. Sappiamo da dove viene tutto questo”, ha aggiunto Linares, senza identificare i responsabili. Linares ha detto che ora sta ricevendo protezione dalla Guardia Nazionale. Jesus Ramirez, portavoce del presidente Andres Manuel Lopez Obrador, ha condannato su Twitter l’omicidio di Toledo. “Lavoreremo insieme ai governi statale e municipale per chiarire il caso – ha scritto Ramirez – Non permetteremo l’impunità. Difendiamo la libertà di espressione e il diritto all’informazione”.

Quello di Toledo è già il quarto omicidio ai danni di giornalisti da inizio anno in Messico. A Tijuana, due giornalisti sono stati uccisi nell’arco di una sola settimana. Il 17 gennaio, il fotografo Margarito Martinez è stato ucciso a colpi di arma da fuoco fuori casa. Il 23 gennaio, la giornalista Lourdes Maldonado Lopez è stata trovata morta a colpi di arma da fuoco all’interno della sua auto. Il reporter Jose Luis Gamboa è stato ucciso nello stato di Veracruz, sulla costa del Golfo, in un attacco il 10 gennaio. Il sottosegretario all’Interno, Alejandro Encinas, ha recentemente affermato che oltre il 90% degli omicidi di giornalisti e difensori dei diritti rimane irrisolto, nonostante un sistema governativo volto a proteggerli. Nel 2021, per il terzo anno consecutivo, il Messico è stato classificato come il paese più pericoloso per i giornalisti da Reporters sans frontières, che ha individuato 9 casi di omicidio a fronte dei 6 in Afghanistan. Negli ultimi 5 anni gli omicidi di cronisti nel paese sono stati 50, casi perlopiù rimasti irrisolti.

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