Grandi e continui movimenti , truppe e milizie che si spostano avanti e indietro, armi che arrivano a Kiev, corpi diplomatici verso l’evacuazione. Ma intanto si parla e non è detto che la tensione in Ucraina debba sfociare in un conflitto. Non è intenzione di Mosca che non ha interesse a invadere il paese ma vuole fermare l’espansione della Nato e quindi chiede che il paese confinante non entri a far parte dell’alleanza. L’ipotesi invasione per di più non scalda gli animi, la larga maggioranza della popolazione è contraria. Ma spingi spingi l’incidente ci può scappare e la Russia si è messa in una posizione scomoda: se i paesi occidentali non fanno un passo indietro coerenza vorrebbe che le truppe del Cremlino intervenissero. Il punto di caduta potrebbe essere quello del rinvio di alcuni anni dell’inclusione dell’Ucraina nella Nato. Martedì prossimo consiglieri politici di Russia, Ucraina, Francia e Germania si ritroveranno a Parigi per colloqui sull’Ucraina.

La scorsa settimane si sono conclusi a Ginevra, senza grandi progressi, i colloqui tra Russia e Stati Uniti. Ieri sono arrivati in Ucraina aiuti militari di Washington. “Il primo carico per l’assistenza all’Ucraina recentemente deciso dal presidente Joe Biden è arrivato stasera. Il carico include circa 90 tonnellate di materiali letali, tra cui munizioni per i difensori dell’Ucraina in prima linea”, ha scritto l’ambasciata, ricordando che lo scorso anno gli Usa hanno fornito aiuti militari per oltre 650 milioni di dollari. Movimenti delle truppe di Mosca lungo il confine, e all’interno della Russia, vengono segnalati in continuazione. I soldati ammassati lungo il confine sarebbero ormai oltre 100mila.

La Gran Bretagna sgomita. Secondo Londra Mosca pianifica la deposizione del governo ucraino per sostituirlo con un premier “fantoccio”. Gli inglesi avvisano: “In caso di destituzione del governo arriveranno severe sanzioni contro Mosca”. Sanzioni (pare soprattutto nel settore finanziario) sono naturalmente allo studio anche da parte statunitense ed europea. Il ministero degli Esteri russo ha respinto le accuse britanniche come “disinformazione”, rinfacciando alla Gran Bretagna di favorire la “crescita delle tensioni”. Nel frattempo gli inglesi stanno a loro volta rifornendo Kiev di armamenti e munizioni, di solito con voli che non passano dallo spazio aereo tedesco.

I paesi dell’Unione europea sono infatti quelli che più hanno da perdere da un eventuale scontro armato e perseguono quindi la via delle trattative ad ogni costo. Il cancelliere tedesco Olaf Sholtz ha invitato oggi Europa e Stati Uniti alla prudenza, ponderando con attenzione l’ipotesi di sanzioni. nella lista delle possibili ritorsioni occidentali c’è anche lo stop definitivo al gasdotto North Stream 2 da poco ultimato e che unisce le coste della Russia direttamente a quelle tedesche, condotta quindi alternativa a quelle che corrono su territorio ucraino. Il segretario di Stato statunitense Antony Blinken oggi ha preso tempo, affermando che è ancora presto per implementare le sanzioni.

Quello delle forniture energetiche è il jolly che Mosca ha in mano. Da Mosca proviene infatti oltre il 40% del gas consumato nell’Unione. In una fase di mercato già tesa, con quotazioni aumentate di 8 volte rispetto ai valori pre Covid e nel mezzo della stagione invernale la situazione potrebbe finire fuori controllo . Negli scorsi giorni gli Stati Uniti hanno avuto dei colloqui con il Qatar per assicurare forniture sostitutive di gas all’Europa. Secondo quanto riporta il settimanale Bild il ministero degli Esteri tedesco starebbe nel frattempo lavorando a un piano di evacuazione dei dipendenti dell’ambasciata tedesca da Kiev, nel caso di un’ulteriore escalation. Il tabloid tedesco afferma anche che gli Usa sono in una fase già “più concreta” e dovrebbe iniziare l’evacuazione della loro sede diplomatica già domani.

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