Il corpo della donna trovata morta lo scorso 5 gennaio nel boschetto dell’ex Ospedale psichiatrico di San Giovanni è di Liliana Resinovich, la 63enne pensionata scomparsa il 14 dicembre scorso. Lo ha comunicato la Procura e ne ha scritto il quotidiano triestino Il Piccolo, precisando che è stato il fratello della donna, Sergio, a effettuare il riconoscimento. L’esito dell’autopsia è “scompenso cardiaco acuto”, e non sono stati rilevati “traumi da mano altrui atti a giustificare il decesso”. Lo ha stabilito l’autopsia eseguita nel pomeriggio: a renderlo noto è un comunicato del Procuratore Antonio De Nicolo. Viene inoltre precisato che per conoscere con attendibilità l’effettiva causa di morte è necessario attendere gli esiti degli esami tossicologici, che non saranno disponibili prima di trenta giorni. Seguiranno inoltre altre investigazioni della Squadra Mobile di Trieste e della Polizia Scientifica. Il reato ipotizzato resta dunque sequestro di persona a carico di ignoti. Secondo il quotidiano Il Piccolo invece è stata aperto un fascicolo per omicidio.

Ad eseguire l’esame è stato il medico legale, Fulvio Costantinides, ma altri accertamenti sono in corso. Il fascicolo processuale resta aperto per lo stesso reato con il quale era stato aperto all’indomani della scomparsa della 63enne: al momento non ci sono infatti motivi per ritenere che il decesso sia avvenuto a causa di condotte altrui rispetto a quella del suicidio. Nelle prossime ore il magistrato titolare del procedimento, Maddalena Chergia, emetterà il nulla osta al seppellimento della salma.

Anche il marito della donna, Sebastiano Visintin, è stato chiamato in questura per il riconoscimento fotografico. Il cadavere nei giorni scorsi era stato ritrovato avvolto da due sacchi neri in un’area boschiva del parco dell’ex ospedale psichiatrico di San Giovanni a Trieste. “Mi hanno fatto vedere le foto, avrei voluto farle una carezza, ma avevo solo le foto. Ho riconosciuto Lilly, il suo orologio rosa che le avevo regalato, anche il suo giubbotto”. Lo ha detto Sebastiano Visitin, marito di Liliana Resinovich, parlando a Ore 14 su Raidue del momento del riconoscimento del corpo della moglie. “Devo capire cosa è successo – ha aggiunto – se qualcuno ha fatto qualcosa o se lei ha ritenuto opportuno andarsene… Non escludo il suicidio. Nelle foto l’ho vista serena, riconoscibile dal suo ciuffo chiaro. Mi hanno solo chiesto se è lei – ha concluso – la cosa più brutta della mia vita”.

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