Aveva promesso di portar fuori dall’emergenza rifiuti la città entro Natale, grazie a un piano di pulizia straordinaria che ha messo in coordinamento l’azienda capitolina Ama con i dipartimenti Ambiente e Lavori Pubblici. Qualcosa il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, è riuscito a farlo: sono mille le strade sgomberate dai sacchetti e tredici i punti critici della città soggetti ad allagamenti in cui sono stati ripuliti tombini e caditoie. Della Capitale, però, splende soltanto la vetrina del centro storico, nelle periferie permane il fenomeno delle micro discariche a bordo strada che si traduce in un forte malcontento dei residenti, fino al punto che cresce la percentuale dei romani che nell’ultima indagine di Cgil e Federconsumatori giudica il servizio pessimo o insufficiente.

LA PULIZIA STRAORDINARIA – Gualtieri ha promesso per la fine dell’anno di relazionare sull’andamento della pulizia in città. “Il 28 dicembre faremo una conferenza sul piano rifiuti, sull’andamento della pulizia ma anche su tanti provvedimenti fatti”, ha detto il sindaco. Intanto le prime somme le ha tirate il direttore generale a interim di Ama, Maurizio Pucci, audito nel corso della commissione Ambiente del Campidoglio. “Ama pulisce 450 strade al giorno, da contratto di servizio” e a queste se ne sono aggiunte altre nell’ambito del piano di pulizia straordinaria. “La pulizia che Ama ha svolto sia autonomamente nel corso delle notti dal 1 novembre, sia in modo congiunto con i dipartimenti, ha riguardato all’incirca mille strade, un numero rilevante di chilometri”, ha detto Pucci. Inoltre con il cosiddetto piano foglie, per il quale erano stati sbloccati ulteriori fondi pari a 5 milioni di euro, “sono stati individuati i luoghi critici della città in cui si determinavano allagamenti nel corso degli anni. Il primo intervento è stato svolto a Circonvallazione Ostiense, a oggi sono terminati i 13 interventi più critici e nei giorni scorsi ne sono stati svolti altri due in due notti: il Muro Torto e la Tangenziale est”. A questi si aggiunge poi l’intervento su via Tiburtina da via di Portonaccio a via di Santa Maria del Soccorso in entrambe le direzioni, appena terminato.

Le migliorie più evidenti riguardano il centro storico, vetrina della Capitale. Lo confermano anche i diversi comitati dei residenti da Trastevere all’Esquilino, passando per Prati e Testaccio si dicono soddisfatti pur auspicando qualcosa di più. Il buon umore traspare anche dai social network, con foto di strade pulite come via Andrea Doria in Prati, via Branca e via Bodoni a Testaccio, e il Gianicolo a Trastevere. Permangono però forti criticità nelle aree di periferia. Le lamentele principali arrivano dai quartieri del quadrante est. Qui i residenti sono riuniti in un unico comitato che mette insieme le periferie della zona, dalle Torri a Lunghezza, e denunciano la presenza di cumuli di rifiuti ancora in strada ma soprattutto file di camion davanti al Tmb di Rocca Cencia, la cui capacità di trattamento giornaliero dei rifiuti è stata aumentata per far fronte alle esigenze del piano di pulizia straordinario. “Abbiamo cercato di far comprendere alla politica la necessità di cambiare rotta sulla gestione dei rifiuti. Il Tmb di Rocca Cencia ha creato danni innumerevoli ai cittadini, eppure a oggi ci troviamo di fronte all’approvazione del progetto di revamping del Tmb. Tredici associazioni e comitati impugneranno di fronte al Tar del Lazio il provvedimento”, spiega Marco Manna del Comitato Periferie Roma est. Il gruppo ha avviato anche a una raccolta fondi per sostenere i costi del procedimento giudiziario.

Ricorso a parte, tuttavia, è lo stesso direttore generale di Ama ad ammettere che il problema in periferia c’è ed è collegato soprattutto alle micro-discariche a bordo strada. È lo stesso fenomeno diventato noto, in modo anche ironico, con l’ex sindaca di Roma, Virginia Raggi, che chiamava “zozzoni” quei residenti alle porte della Capitale che si esercitano “nel lancio del sacchetto dall’auto”. “Stiamo intervenendo sulle micro-discariche a ridosso delle strade, che già c’erano e ci sono sempre state in città – ha detto il Dg di Ama – Abbiamo ottenuto 1,5 milioni in più di fondi che stiamo impegnando sulle discariche a bordo strada. Ci sono strade in cui ancora abbiamo difficoltà perché c’è una parte consistente di punti in cui i cittadini provenienti da fuori città fanno il lancio del sacchetto, nei Comuni vicini non fanno la raccolta differenziata, quindi si fermano e mettono il rifiuto o nel cassonetto dell’indifferenziata, se va bene, o lo lanciano dall’auto in strada. Sono punti attenzionati anche con la polizia locale per individuare gli autori e in cui dobbiamo intervenire anche due o tre volte al giorno: ci sono cassonetti ai margini della città che si riempiono velocemente nonostante ci sia un basso numero di residenti”. Residenti che poi si lamentano perché, pur facendo la raccolta differenziata, il porta a porta e quant’altro, convivono con panorami di rifiuti dalle finestre e altrettanti cattivi odori.

L’INDAGINE – E così quest’anno i romani che giudicano pessimo o insufficiente il servizio sono di più di quanti erano nello scorso anno. È quanto emerge dalla seconda indagine sulla qualità della vita a Roma condotta dalla Cgil e da Federconsumatori e che – a onor del vero – prende in considerazione il periodo dal 21 settembre al 12 novembre, quindi i primi 12 giorni soltanto della pulizia straordinaria avviata il primo novembre. In ogni caso, la percentuale di coloro che giudicano il servizio insufficiente o pessimo è passata dall’83,3% del 2020 all’88,1% del 2021: intanto questa è la fotografia, in uno scenario in cui il voto generale dei romani sui servizi pubblici offerti dalle strutture capitoline non solo si ferma al 4,9 e non raggiunge la sufficienza, ma è addirittura più basso del 5,1 dell’anno precedente. A pesare sul giudizio il gap accumulato nel servizio di raccolta dei rifiuti, ma anche un generale malcontento sui servizi del trasporto pubblico e dell’illuminazione stradale.

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