Dieci giorni era scattata l’emergenza posti letto ed era stata decisa la sospensione degli interventi chirurgici non urgenti. In Alto Adige a breve torneranno le mascherine obbligatorie all’aperto, sui mezzi pubblici andrà indossata quella la Ffp2, mentre nei Comuni ‘rossi’ i bar – circa una ventina – e ristoranti dovranno chiudere alle 18 e scatterà il coprifuoco dalle 20 alle 5. L’ordinanza è già sul tavolo del governatore Arno Kompatscher: il presidente firmerà nelle prossime ore. L’incidenza attualmente è di 407, ma preoccupa la situazione in alcuni comuni, come per esempio Rodegno, dove attualmente l’8,16% della popolazione risulta positiva. “Dobbiamo evitare un nuovo sovraccarico degli ospedali. Serve la solidarietà di tutti”, ha affermato il segretario Svp Philipp Achammer. Achammer precisa anche che tutto va fatto per evitare un altro lockdown, ma che ormai nulla è più garantito. Tutti speravano che misure come il coprifuoco ormai fossero solo un lontano ricordo della fase pre-vaccino della pandemia. Il tasso di vaccinazione è più basso rispetto ad altre zone d’Italia e la resistenza all’immunizzazione è così forte che nei giorni scorsi è stato denunciato il fenomeno dei Coronaparty ovvero di persone che tentano di contagiarsi per evitare di vaccinarsi.

Obiettivo dichiarato della stretta è quello di frenare il diffondersi della pandemia, che in Alto Adige sta riprendendo slancio, e garantire l’avvio della stagione sciistica dopo un intero inverno con gli impianti di risalita fermi. Intervenendo con rigore nelle zone più colpite dalla quarta ondata Bolzano spera di evitare provvedimenti ancora più restrittivi, come il lockdown austriaco, e una nuova battuta d’arresto per il commercio e il turismo in vista delle festività. L’Austria, finora spesso esempio positivo per la gestione della pandemia, è stata travolta in pieno dalla quarta ondata e da oggi è tornata in lockdown. L’incidenza settimanale a livello nazionale ormai è oltre 1.100, nel land Tirolo addirittura di 1.287. Va nettamente meglio al di qua del Brennero con un’incidenza di 407, ma come conferma l’esempio dell’Austria i numeri possono aumentare in modo esponenziale nel giro di pochi giorni. Nei paesi il Gasthof (la trattoria) è l’amato punto di ritrovo per passare la serata tra un bicchiere di bianco e una partita di carte.

“In Alto Adige – spiegava solo ieri Patrick Franzoni, vice coordinatore dell’unità Covid di Bolzano – abbiamo numeri in salita, anche alla luce dei dati che arrivano dall’Austria con incidenze oltre 1.500. Siamo ormai vicinissimi alla zona gialla. Attualmente abbiamo nove pazienti in terapia intensiva e una settantina nei normali reparti. L’allarme scatta con dieci pazienti in terapia intensiva e 75 in terapia ordinaria”. La Provincia di Bolzano registra il tasso più basso di vaccinazioni in rapporto alla popolazione: meno del 63% degli abitanti ha ricevuto le due dosi. Tra le vallate e le montagne a fine ottobre aveva fatto notizia la presenza di scuole private pensate per i genitori no vax e no green pass.

Per questo Alto Adige da alcuni aveva aperto la possibilità della terza dose aperta a tutte le fasce d’età. L’unico requisito è che siano trascorsi sei mesi dalla chiusura del ciclo vaccinale. Il medico igienista Silvia Spertini: “L’effetto protettivo della maggior parte delle vaccinazioni si esaurisce nel tempo, a causa della presenza di nuove varianti, ma anche per il declino della protezione immunitaria. Questo è rilevabile anche per altri vaccini, come quello contro le zecche. Una dose di richiamo porta a un rapido incremento della protezione ed è per questo che la raccomandiamo fortemente“.

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