“Giovanni Leone, come Antonio Segni, chiese la non rieleggibilità del presidente della Repubblica con l’eliminazione del semestre bianco“. Mentre mancano poche settimane alla scadenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha ricordato il predecessore in occasione dei 20 anni della morte. E proprio la frase sull’ipotesi di bis per il Colle ha attirato l’attenzione dei commentatori politici: non mancano le forze politiche che vedrebbero con favore l’allungamento della permanenza di Mattarella al Quirinale. Un’ipotesi che, secondo alcune ricostruzioni, permetterebbe di far finire la legislatura a Mario Draghi, per poi eleggerlo come presidente della Repubblica. Uno schema che però Mattarella ha più volte fatto capire di non apprezzare. E la frase pronunciata su Leone e la “non rieleggibilità del presidente” potrebbe essere l’ennesimo segnale.

Per Mattarella, invece di parlare di bis, ben meglio sarebbe, e lo disse recentemente con chiarezza, una modifica costituzionale per abolire il cosiddetto semestre bianco, cioè quei sei mesi nei quali il presidente della Repubblica non può sciogliere le Camere. E dopo averlo detto già detto ricordando un capo dello Stato ancora più lontano nel tempo, Antonio Segni, oggi dalla sala del Bronzino del Quirinale ha ripescato un’affermazione – identica nella sostanza – di Antonio Leone. Una citazione del lontano 1975, evidentemente assai efficace ancora oggi. Fu un intervento formale in Parlamento che, sottolinea Mattarella, “venne ritenuto da giuristi uno dei maggiori interventi sulle riforme istituzionali“. Certamente non basterà neanche questo secondo “avviso” per far uscire il suo profilo dal precoce “toto-nomi” di questa lunghissima corsa al Colle ma, forse, da oggi sarà più chiaro a tutti che Mattarella non è sicuramente “candidabile” ad una corsa alla quale non vuole partecipare. A dare forza al tutto, interviene un’anticipazione dell’Espresso a confermare che il capo dello Stato non solo ha trovato un appartamento per la sua vita dopo il Quirinale ma ne ha anche già firmato il contratto.

Nell’incontro, organizzato al Quirinale, Mattarella ha ricordato Leone e il suo (quasi) settennato: il presidente della Repubblica morto 20 anni fa si dimise a sei mesi della scadenza in seguito a una campagna stampa che lo accusava di essere coinvolto nello scandalo Lockheed. Il capo dello Stato, nel suo ricordo, è partito dall’inizio. Giovanni Leone “non ebbe remore ad abbandonare una responsabilità che gli era congeniale, quella di presidente della Camera, ha mostrato coraggio e generosità a corrispondere all’interesse generale della vita della Repubblica”. Ed anche in un momento grave per il Paese, c’era appena stata Piazza della Loggia, Leone si adoperò per una “lenta ricucitura del tessuto sociale. E quello della ricucitura, del rammendo, è tema che tornerà frequentemente nella pedagogia dei presidenti che si sono succeduti al Quirinale”.

Poi ha continuato: “Leone definiva la stampa componente essenziale della società”, ha detto. “Ma allora espresse parole profetiche: ‘la stampa è al servizio della verità ma sappiamo come la verità sia spesso inafferrabile, accontentiamoci che ci sia un riscontro oggettivo, la buona fede’. Per concludere credo che si possa fare un caloroso invito ad avere tutto il riguardo per la dignità della persona che va salvaguardata. Difficile trovare una campagna scandalistica come quella rivolta contro Giovanni Leone. E’ difficile trovare una campagna scandalistica e invereconda come quella diretta contro il presidente Leone. Per questo il capo dello Stato, citando Leone si è appellato alla stampa: “Si può fare un caloroso invito ad avere riguardo per la dignità persona, che va salvaguardata nella massima misura. E’ difficile trovare parole più misurate e umane per descrivere la responsabilità degli organi di stampa, che deve sempre essere rispettata”. E ancora, citando le parole di Leone, ha continuato: “‘Ho servito il Paese con correttezza istituzionale e dignità morale’. Così il presidente della Repubblica, Giovanni Leone, si congedava dagli italiani alla vigilia del semestre bianco. Ennesima testimonianza dell’altissima sensibilità istituzionale che per tutta la vita aveva ispirato le sue scelte”.

Mattarella ha anche parlato degli “stalli politici”: “Nella vita di ogni comunità – e quella politica non fa eccezione – si manifestano momenti di difficoltà, di incomprensione, di stallo, in cui la nave sembra rifiutarsi di proseguire, le macchine paiono smettere di funzionare. Questo, naturalmente, applicato alla vicenda politica può portare a conseguenze imprevedibili. Entrano in campo allora le forze della saggezza e della conciliazione per riannodare il dialogo, per far proseguire il cammino, per aprire nuovi orizzonti“.

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