Venerdì 5 novembre in Austria sono state somministrate 18.331 prime dosi del vaccino contro il Covid, un dato che non si vedeva da metà luglio. Il giorno successivo ci sono state ancora oltre 12mila nuove vaccinazioni. Sono i numeri della corsa agli hub raccontata dalla stampa come effetto del lockdown per i non vaccinati, entrato in vigore da lunedì 8 novembre. In particolare nel fine settimana, fuori dai centri vaccinali austriaci sono tornate le code. Prima di parlare di boom però bisognerà attendere almeno una settimana: già domenica e lunedì il numero delle prime dosi somministrate è stato di 7mila e 10.792. Numeri solo leggermente più alti rispetto alla media del recente passato: lo scorso primo ottobre, ad esempio, ci furono 9.531 prime dosi. Il trend sembra in aumento rispetto alle ultime settimane, ma bisognerà capire se sarà consolidato o se si è già esaurito.

Intanto da questa settimana in tutta l’Austria vale la cosiddetta regola 2G (geimpften und genesen), che prevede che chi non sia vaccinato o guarito dal Covid non possa accedere a ristoranti, bar, parrucchieri, hotel, impianti sportivi e centri culturali. Le autorità locali potranno introdurre misure più stringenti se necessario, fino a lockdown a livello locale. Novembre sarà una fase di transizione ed è sufficiente avere la certificazione della prima dose e l’esito negativo di un test molecolare.

Nel fine settimana è stato segnalato un aumento nelle vaccinazioni anti Covid: da Vienna a Bregenz, le nuove misure hanno portato a lunghe code fuori dagli hub. I numeri restituiscono un aumento delle prime dosi significativo. Dal primo novembre ci sono una media di 10.467 nuovi vaccinati al giorno. Un valore che in tutto ottobre è stato superato solamente una volta, con 14mila somministrazioni il 29 del mese. Nell’ultima settimana di ottobre la media era stata di 7.294 prime dosi ogni 24 ore. L’entrata in vigore della regola 2G ha quindi portato diversi austriaci a vaccinarci, ma in termini percentuali si è passati per ora dal 66% di immunizzati con almeno una dose del primo novembre al 67 per cento odierno. Per parlare di boom e vedere eventuali effetti concreti bisognerà attendere almeno la metà del mese.

“Io credo si debba andare avanti sul green pass con chiarezza e decisione. Le code per vaccinarsi che stiamo vedendo in Austria noi le abbiamo già viste in Italia al momento dell’introduzione del green pass, perché loro da questo punto di vista erano più indietro. Quindi queste code non sono indicative di un successo. Sono dell’idea di continuare con la persuasione”, ha commentato ad Agorà, su Rai Tre, Massimo Galli, primario del reparto di malattie infettive all’ospedale Sacco di Milano e ordinario presso l’Università Statale.

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