Rocco Hunt riparte dalla sua “Rivoluzione” per tornare al rap, dopo il grande successo dei brani più “commerciali” sia come interprete che come autore che gli hanno permesso di portare a casa oltre 20 dischi di platino. Quindici brani e collaborazioni con colleghi e amici come Fabri Fibra, Gué Pequeno, Luchè, Carl Brave, Emis Killa, Yung Snapp, MV Killa, LeleBlade, Boomdabash, Geolier e Ana Mena. Il tema che lega tutte le canzoni è il riscatto degli ultimi, delle periferie e dei ragazzi di strada che trovano un loro percorso e raggiungono ciò che gli è sempre stato negato.

Qual è stata la tua rivoluzione?
Parlo di una rivoluzione mia personale e non incito a nessuna rivoluzione fisica. La mia rivoluzione nasce dai miei sacrifici e da quelli della mia famiglia. Questo disco è quello che ho passato dall’ultimo album ad adesso e ci sono tutte le sfaccettature di me a partire dal rap al pop al reggaeton e alla bachata. Ora è arrivato il momento di tornare alle mie radici e a chi sono veramente. Le cicatrici rappresentate sulla cover del disco rappresentano un po’ il mio trascorso e le mie radici che sono rimaste aperte a rappresentare il passato senza mai rinnegare il presente.

Nel brano che dà il titolo al disco parli della fede. Come mai
Il tema è il dubbio della fede. Io credo e so che esiste un Dio che ci ascolta e ci sente ma vorrei crederci ancora a un Dio che ci osserva, ci perdona e possa assolverci da tutti i peccati. È anche un po’ il voler giocare sul fatto che magari uno a volte si aspetta qualcosa dall’alto quando si dice ‘aiutati che Dio ti aiuta’…

In questo periodo storico e sociale, in particolar modo?
Siamo in periodo dove la rivoluzione è nelle cose semplici, nella vita normale che avevamo due anni fa. Tutto quello che è successo ci ha portato ad una fase dove le cose più semplici e banali e normali sono diventati atti di rivoluzione.

Ad esempio?
C’è gente che chiede di andare a lavorare, c’è chi chiede di tornare alla libertà oppure chi vuole tornare a credere in qualcosa e nelle istituzioni. Non a caso elle ultime elezione amministrative c’è stato una assenteismo alto, con una delle percentuali più alte degli ultimi anni. La mia generazione è delusa a livello politico viste anche le ultime vicende. La situazione generale va verso un punto di non ritorno e le nostre libertà vengono violate quotidianamente.

Cosa ne pensi di chi protesta contro i Green Pass?
Ogni persona credo che abba il diritto di protestare e credere nelle proprie idee e opinioni. Nel nostro Paese ognuno ha i propri valori. Io ho il Green Pass quindi ho poco da protestare, sono stato ‘costretto’ ma ormai si tratta di quello, a prescindere dal discorso sanitario ormai è un discorso quasi politico.

Perché politico?
Sono andato in Spagna tre volte e mi hanno chiesto solo una volta il Green Pass. Eppure la curva italiana dell’epidemia va di pari passo con gli altri Paesi, non è che siamo del tutto salvi. Ribadisco è tutto un discorso politico. Ci siamo chiusi in casa, abbiamo lavato spesso le mani, abbiamo messo le mascherine, abbiamo usato il gel… Però fateci tornare a fare i concerti. Qui non si parla di come mettere mille persone in un club ad ascoltare la musica quando poi vai nei locali e nelle discoteche dove ci sono cinquemila persone ammassate oppure fuori dai bar diecimila persone a bere drink senza distanziamento. C’è ipocrisia. Mi sembra ridicolo vedere migliaia di persone ammassate che entrano ed escono dallo stadio mentre non riusciamo ad organizzare un concerto con 2-3mila persone al chiuso. Il nostro è l’ultimo settore a dover ripartire e per questo sono arrabbiato, sono due anni che aspetto di fare il tour. Per carità io non mi lamento, sono fortunato e mi è andato tutto bene, il problema è dei lavoratori dello spettacolo che non possono tornare al lavoro. Ho rimandato diverse volte il tour, dovrebbe ripartire a marzo 2022.

Il settore dello Spettacolo è dimenticato?
Io dico una cosa, allo Stato verso contributi anche in maniera importante a fine anno ma mi chiedo perché lo Stato non è il mio socio anche nelle difficoltà? Adesso è arrivato il momento di dover ripartire. Io rispetto le regole ma non giudico chi protesta in piazza perché avranno loro motivi per protestare.

In “Vada come vada” canti: “Non ho tradito mai un fratello ho fatto solo i soldi per fuggire lontano dai guai”. Hai perso qualche amico?
Uno dei miei grandi successi personali è che ho ancora attorno a me gli amici di dieci anni fa e condivido i miei successi con loro. Non ho mai tradito un fratello. Ho fatto delle scelte come quello di fare un genere per tutti e allargare le mie vedute. È stata una esigenza personale perché a prescindere dalla passione della musica non potevo perdere ulteriore tempo. Vengo da una famiglia umile e se non avessi sbloccato la mia vita in un momento preciso non lo avrebbe fatto nessuno. Le scelte commerciali le ho fatte per motivi personali, bisognava portare i risultati a casa.

Andrai a Sanremo?
Amadeus lo stimo moltissimo e mi è spiaciuto non aver potuto conciliato la mia esigenza con la sua conduzione. Sono stato ospite diverse volte da lui e merita tutto il successo che ha avuto. Quest’anno Sanremo non rientra nei miei progetti, mi ha dato molto ma come diceva Califano ‘non escludo il ritorno’.

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