Cultura

Scoperta la più antica raffigurazione di un fantasma: la tavoletta babilonese nascosta nei sotterranei del British Museum e mai esposta

Sulla tavoletta, risalente a 3.500 anni fa, è visibile la figura di uno spirito alto, magro e barbuto che viene condotto dalla sua amante nella beatitudine eterna dell'aldilà. Il ritrovamento, neanche a dirlo, è avvenuto nel periodo di Halloween

di F. Q.

È stata scoperta nei bui sotterranei del British Museum di Londra la più antica raffigurazione di un fantasma al mondo. Irving Finkel, il curatore del dipartimento sull’arte del Medio Oriente, l’ha identificata, neanche a dirlo proprio a ridosso di Halloween, su una tavoletta d’argilla babilonese, risalente a 3.500 anni fa. L’incisione è visibile solo da alcune angolazioni e rappresenta un uomo alto, magro e barbuto che viene condotto dalla sua amante nella beatitudine eterna dell’aldilà. Il reperto – secondo le ipotesi – apparteneva alla biblioteca di un tempio o a un esorcista. Contiene infatti le istruzioni per sbarazzarsi degli spiriti indesiderati e per affrontare il tormento che li ha riportati nel mondo dei vivi: in questo caso si trattava della ricerca di una compagna. A riportare la notizia è il Guardian.

La tavoletta è abbastanza piccola e il fantasma viene mostrato in una posa iconica: mentre cammina con le braccia tese e i polsi legati da una corda tenuta da una donna. Il testo di accompagnamento sul retro descrive invece nel dettaglio il rituale che avrebbe permesso di accedere felicemente agli inferi. “Questo rituale sarebbe stato messo in atto, penso, in caso di infestazione persistente di un fantasma domestico – ha raccontato Finkel alla testata britannica Live Science – Probabilmente si trattava di un familiare che stava andando davvero oltre uno scherzo. Stava dando sui nervi a qualcuno, forse molte persone erano spaventate e non volevano che continuasse”. Per far funzionare l’esorcismo era necessario modellare due stautette maschili e femminili, dotandole di oggetti specifici: “Vesti l’uomo dei suoi panni quotidiani e lo doti di provviste per il viaggio. Avvolgi la donna in quattro vesti rosse e la rivesti di un panno porpora. Le dai una spilla d’oro. La doti completamente di letto, sedia, stuoia e asciugamano; le dai un pettine e una fiaschetta“. Bisognava poi scavare una buca e seppellire tutto all’alba, mentre il negromante recitava un incantesimo. Quello sulla tavoletta purtroppo è incompleto, ma inizia con un’invocazione al dio del sole Shamash, responsabile del transito dei fantasmi nell’aldilà. “Non è solo un rituale simbolico, ma letterale” ha spiegato il curatore. L’ultima riga del rituale avverte “non guardare dietro di te“, forse un monito per gli spiriti a non tornare, oppure per l’esorcista che doveva abbandonare le figurine.

“Questo oggetto assolutamente spettacolare è stato trascurato fino a ora – ha detto il curatore al Guardian – Guardandolo però, non puoi fare a meno di pensare cosa sia successo prima. Non è solo fantasia leggere la situazione nella tavoletta – spiega poi – È una specie di messaggio esplicito. C’è una scrittura di altissima qualità e un disegno immacolato – conclude – Che qualcuno pensi di potersi sbarazzare di un fantasma dandogli una concubina è piuttosto comico”.

Finkel è considerato un’autorità mondiale sull’alfabeto cuneiforme, un sistema di scrittura utilizzato da Sumeri e Babilonesi nell’antico Medio Oriente. Durante le ricerche per il suo nuovo libro “The First Ghosts” (I Primi Fantasmi) – in uscita a novembre per Hodder & Stoughton – si è accorto che le iscrizioni erano state decifrate in modo errato in precedenza. La figura invece si era completamente persa, perché il fantasma prende vita solo se visto dall’alto e sotto una luce diretta. Quindi dall’acquisizione del museo nel XIX secolo, la tavoletta non è mai stata esposta. “È un oggetto da Guinness dei primati, perché come si fa a trovare un fantasma ancora più antico?”

Lo spirito però è apparso giusto in tempo per il periodo di Halloween, per fare compagnia a quelli che infestano i sotterranei del British Museum, secondo le leggende. Finkel spera di poter finalmente regalare al pubblico la tavoletta babilonese: “Tutte le paure, le debolezze e le caratteristiche che rendono la razza umana così affascinante, sicuramente c’erano abbondantemente anche 3.500 anni fa. Gli antenati non sono persone di un altro pianeta, ma le potremmo riconoscere anche ora – ha commentato – Vorrei che le persone conoscano la cultura del Medio Oriente. L’Egitto vince sempre a Hollywood, ma se si conoscesse meglio il mondo underground di Babilonia…”.

Foto d’archivio

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