A pochi giorni dall’annuncio del ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, sulla ripartizione dei fondi del Pnrr previsti per la scuola, Legambiente pubblica il XXI rapporto di EcosistemaScuola (dati 2020), l’indagine che fa il punto sullo stato di salute di oltre 7mila edifici di 98 capoluoghi di provincia, frequentati da oltre 1,4 milioni di studenti. E scatta una fotografia fin troppo nitida: la scuola continua ad andare a due velocità, con un ampio divario tra gli istituto del Centro Nord e quelli del Sud e delle Isole sul fronte dell’edilizia e dei servizi, complice anche la pandemia che ha aumentato disparità, dispersione scolastica e disagio sociale. Da qui la richiesta dell’associazione: “I 17 miliardi di euro del Pnrr previsti per la scuola, di cui 5 miliardi in arrivo entro novembre, rappresentano il primo step da cui partire, purché le risorse in questione vengano indirizzate dove c’è più bisogno”. Questo significa utilizzarle per le fragilità strutturali, ad esempio nelle aree interne più soggette a terremoti e a fenomeni di dissesto, ma anche per le fragilità sociali, legate alla povertà educativa e materiale e, dunque, nelle periferie urbane.

Una scuola a due velocità – Nel 2020 i comuni del Centro-Nord mediamente dichiarano di avere necessità di interventi urgenti in poco più del 36% di scuole, contro quelli del Sud e delle Isole che li richiedono per quasi il 56% degli edifici, che per di più sono in area sismica 1 e 2 nel 74% dei casi, ben trenta punti percentuali sopra la media nazionale (44%). Al Sud gli edifici posti in entrambe le aree sono infatti l’86,2%. Legambiente chiede di partire proprio con la messa in sicurezza, intervenendo prioritariamente in tutte le scuole ricadenti nelle zone sismiche 1 e 2 e all’efficientamento energetico per raggiungere una diminuzione dei consumi del 50%. Preoccupa anche il divario sul fronte dei principali servizi: classi a tempo pieno (43% nelle scuole del Centro-Nord contro il 16% del Sud-Isole), servizio mensa (65,5% contro 47,9%), scuolabus (nel 29% degli istituti rispetto al 13,6%).

L’edilizia scolastica – A questa lettura sulla scuola a due velocità, il report di Legambiente affianca anche quella nazionale che ci restituisce un patrimonio edilizio scolastico vetusto e poco sostenibile. Nella Penisola un edificio su due non dispone ancora del certificato di collaudo statico (46,8%), di agibilità (49,9%), prevenzione incendi (43,9%). Sale al 41% la percentuale degli edifici che necessitano di manutenzione urgente contro il 29,2% del 2019. Pochissimi i nuovi edifici costruiti con criteri di bioedilizia, sono lo 0,9%. Appena 387 quelli classificati in classe energetica A. Nel 2020 c’è da sottolineare l’impegno delle scuole (21% di esse) per realizzare nuove aule (788) e recuperane altre (411) da spazi inutilizzati. Bene anche il potenziamento della rete internet per la Dad realizzata mediamente dal 61% dei comuni nelle scuole e il completo cablaggio della rete in più della metà degli edifici.

Uno sguardo al Pnrr – L’associazione ha poi confrontato i dati del report con gli ambiti di destinazione dei fondi del Pnrr. Alla ristrutturazione degli edifici andranno 500 milioni. Per l’associazione ambientalista, oltre a fare scelte prioritarie a beneficio delle situazioni strutturali più precarie nelle aree più fragili, a partire dalle zone sismiche, sarà importante non prorogare più la scadenza della verifica di vulnerabilità sismica di tutte le scuole, oggi effettuata dalle amministrazioni solo sul 31,5% degli edifici. E accelerare il percorso di efficientamento energetico: sono ancora più del 73% degli edifici nelle ultime tre classi energetiche e solo il 5,5% in classe A. “In questa partita – scrive Legambiente – sarà fondamentale risolvere alcuni nodi come ridurre la forbice fra fondi stanziati e fondi spesi (su circa 47mila euro a edificio stanziati per la manutenzione straordinaria nel 2020, meno della metà poi sono stati realmente spesi) e ridurre i tempi di durata dei cantieri (oggi in media durano 300 giorni).

Nuove scuole, palestre e mense – La cifra più ingente del Pnrr, 800 milioni di euro, verrà dedicata alla realizzazione di nuove scuole. Considerando un costo medio a scuola di 1,3 milioni di euro (elaborazione dati GIES), si stima che si possa parlare di circa 600 nuovi edifici. “Ben venga anche la realizzazione di nuove palestre (investimento previsto pari a 300 milioni di euro)”, dato che una scuola su due ne è priva e un impianto sportivo su quattro in dotazione delle scuole necessita di interventi di manutenzione urgenti. Quattrocento milioni di euro sono previsti per le nuove mense. Legambiente chiede che siano connesse a un investimento nell’ampliamento del tempo pieno, soprattutto al Sud e nelle Isole “che oggi hanno rispettivamente il 12,2% e il 19,9% di classi interessate da questa modalità, contro una media nazionale del 32,3%”. Il servizio mensa, ad oggi, manca in circa il 40% delle scuole italiane, circa il 64% nelle isole.

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